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Sappiamo oggi che il weekend appena trascorso ha regalato allo sport italiano una pagina storica ed indimenticabile, grazie alle medaglie d’oro olimpiche conquistate da Jacobs e Tamberi. Sapremo nei prossimi mesi se lo stesso weekend ha segnato quel tanto auspicato punto di svolta per le vicende del calcio biancorosso, se la gara con la Juventus per il Trofeo Berlusconi ha dato cioè il via ad una stagione che potrebbe scrivere una pagina altrettanto storica per la città di Monza.

Personalmente, sono ottimista. Ho visto un Monza con un atteggiamento in campo mai visto negli ultimissimi anni. Una squadra che ha sì commesso qualche imprecisione di troppo, ma che pratica un calcio propositivo, che ha un’idea di gioco. Pur prescindendo dalle numerose assenze nella formazione iniziale (in gran parte dovute al diverso ed intenso lavoro atletico a cui Stroppa ha sottoposto la squadra nel ritiro di Ronzone e i cui frutti saranno evidenti nel lungo termine), si è visto da subito che in fase di impostazione i tre difensori cercano la verticalizzazione senza troppi tocchi. Segno di una svolta sostanziale rispetto al possesso palla infruttuoso della gestione tecnica precedente. Gytkjaer e Brescianini hanno avuto la possibilità di sbloccare il risultato proprio grazie ad un’incursione costruita con un’improvvisa accelerazione.

Assenze a parte, come dicevo sopra, a questa squadra manca però una prima punta che abbia confidenza con il gol, l’attaccante di razza che concretizza le giocate dei compagni. Arriverà, ne siamo certi tutti. Galliani e Berlusconi ne sono consapevoli e sanno che l’ultima pedina non è la classica ciliegina che manca sulla torta, ma un tassello essenziale per arrivare al traguardo finale. Un traguardo che la scaramanzia e l’esperienza della scorsa stagione non consentono di menzionare. Ma che resta lì, nella mente e nel cuore di tutti coloro che hanno un’anima biancorossa.

Paolo Corbetta