x

x

Ai microfoni di Calcio Femminile Italiano ha parlato il nuovo responsabile del settore calcistico femminile dell'AC Monza Paolo Pichi che si è soffermato sulla nuova affascinante sfida, progetto in stato primordiale ma molto ambizioso:

Paolo ci presenti il suo escursus nel mondo del calcio.
«La mia storia calcistica è iniziata proprio a Monza, dove ho diretto le giovanili per sette anni, poi ho fatto un anno a Lecco, poi mi sono occupato del progetto Settanta Azzurro al Novara, e poi sono approdato alla Folgore Caratese dove mi sono occupato di formazione e responsabile settore giovanile. Ho allenato il Legnano e la Pro Sesto. Attualmente sono formatore per la squadra regionale del CONI, della FIGC e del CSI».

Perché ha scelto il Monza? E come mai ha deciso di lavorare nel calcio femminile?
«Ho scelto Monza perché ritorno a casa: io sono un grande tifoso di questa squadra, e per me è un qualcosa di straordinario, e poi qui c’è un grande progetto al quale la proprietà e il dott. Galliani credono, ovvero far diventare grande Monza anche nel calcio femminile: io mi occuperò dell’area tecnica, mentre Oliviero Gritti si occuperà a livello organizzativo. Sarà una bella sfida per me, perché credo molto nel calcio e nella crescita delle persone, e non conosce distinzione di genere».

Che obiettivo si è posto con la società?
«L’obiettivo è quello di costruire passo dopo passo tutte le squadre femminili del Monza, in modo da rendere un fiore all’occhiello di questa società, e lo faremo con voglia, qualità e passione, perché la proprietà crede in questo progetto, e lavoreremo in contemporanea col settore giovanile maschile. Stiamo cercando di costruire le fondamenta, col l’obiettivo di costruire una vera e propria struttura: non a caso creeremo l’Under 17, dove si cercherà di sperimentare e formare giocatrici che potranno essere inserite in una futura prima squadra, poi abbiamo l’Under 15 e due gruppi di Under 12. Quindi vogliamo avere squadre giovanili che possano avere una prima squadra fatta da giocatrici del Monza».

Cosa ne pensa della situazione attuale del calcio femminile italiano?
«Il calcio femminile italiano ha avuto un’evoluzione organizzativa, tecnica e tattica verso l’alto, e questa è una cosa importante, perché se tutto il movimento comincia a crederci può fare grandi cose. Il calcio femminile è un calcio divertente e bello, abbiamo tante straniere nel nostro Paese che alzano il livello qualitativo del nostro movimento, ma deve avere un occhio anche al settore giovanile».

Giusta la scelta di portare nel 2022 il professionismo anche nel calcio femminile?
«Se le ragazze che praticano calcio hanno un impegno e qualità nel lavoro lo ritengo giusto, perché credo sia giusto riconoscere uno status a chi si sforza nel progredire tutto il calcio femminile, perciò credo sia un primo passo importante».

fonte: Calcio Femminile Italiano