x

x

Infandum, regina, iubes renovare dolorem. Tu mi costringi, regina, a rinnovare un grande dolore. Così Enea si rivolgeva a Didone. Io non sono l’eroe omerico e non ho proprio più nessuna voglia di ritornare a quel maledetto 1 Luglio 1979 (Bologna, spareggio per la promozione in Serie A: Pescara-Monza 2-0). Preferisco ricordare momenti più dolci. Anche per riconoscere, ad oltre 36 anni di distanza, il gol più bello della storia del Monza. Allora minimizzai. Per reggere una parte.

6 Gennaio 1985. Premessa: in quei tempi con il mio amico (e cugino di secondo grado) Aldo, oggi stimato preside di una scuola monzese, avevamo una disputa in atto da ragazzi malati di biancorosso quali eravamo. Io sostenevo che alla causa della squadra di Magni servisse di più la praticità senza fronzoli del vecchio stopper Angiolino Gasparini, che avevo eletto a mio idolo anche per quella sua somiglianza col mitico Kit Carson compagno di mille avventure di Tex Willer. Aldo – invece – era ammaliato dalla classe purissima di Claudio Ambu, punta che effettivamente in quanto a tecnica pura aveva ben pochi rivali anche nella categoria superiore. Ma che non eccelleva certo dal punto di vista agonistico. Tra di noi era un continuo punzecchiarsi. Nelle dispute dialettiche e nelle infinite sfide calcistiche all’oratorio di San Donato. Lui mi imputava la greve lentezza di un difensore centrale, io gli rinfacciavo la svagatezza tipica delle punte leggerine.

Quella domenica i nostri consueti compagni di Sada avevano dato buca (era la Befana …) e quindi ci incamminammo solo noi verso lo stadio. Ben presto iniziarono le consuete schermaglie. “Il tuo Ambu è due mesi che non la mette dentro”“Pensa al tuo Angiolino che oggi tra De Martino e Tacchi ha due brutti clienti”… e via così. Ricordo poi un particolare che si rivelerà fondamentale: una volta giunti al pollaio Aldo entrò in gradinata centrale mentre io me ne andai in curva sud. Era una giornata di sole. Fredda e luminosissima. Dalle rispettive postazioni ci potevamo vedere. Primo tempo senza particolari sussulti. Ambu non pervenuto, Gasparini impeccabile dietro. Nell’ intervallo ci trovammo nella zona di separazione dei due settori e partì immediatamente la mia provocazione “Grande Gasparini … Ma Ambu gioca ?” Immediata replica “E’ tutta la difesa che sta andando benissimo, mica solo il tuo idolo … Non si può giudicare una punta che non ha avuto una mezza occasione a disposizione.”. Ripresa. Stessa falsariga. Poi un lampo. Improvviso quanto ad esecuzione. Accecante quanto a bellezza tecnica. Palla buttata abbastanza casualmente in area avversaria dal neoentrato Lorini, Ambu che prima controlla di petto poi si libra in una torsione aerea ed impatta alla perfezione in acrobazia volante. Una via di mezzo tra una sforbiciata ed una rovesciata. La stessa che qualche anno prima aveva magistralmente eseguito Pelè in “Fuga per la Vittoria”.

Quella volta – e solo quella volta – l’esultanza del Sada venne preceduta di un millesimo di secondo da un oooohhhhhhhh di stupore e meraviglia prima di sfociare nel consueto boato liberatorio. Ed in un millesimo di secondo anch’io realizzai di dover cercare il mio amico Aldo. Lo localizzai subito. Impazzito. Sul gradone più alto, appena sotto i giganteschi cartelloni pubblicitari, saltellava in continuazione, si metteva le mani nei capelli in segno di estasi, non stava letteralmente più nella pelle. E – ovviamente – guardava verso di me. Pochi minuti dopo Ambu timbrò ancora. Questa volta un gol ‘normale’. All’uscita Aldo mi venne incontro fendendo la folla in senso opposto. Era il ritratto della felicità, talmente contento da non raccogliere il mio oggettivamente insopportabile “gli è andata bene …”. Era sulla classica nuvoletta. Lui e il suo eroe. Qualche ora più tardi – ospite alla Domenica Sportiva – il grande Zico esternò la propria ammirazione per “el golazo en biyicleta” che aveva appena visto nella rapida sequenza dedicata alle reti cadette della giornata. Ci fosse stato whats app a quei tempi mi sarebbe arrivato un messaggio del genere “Ambu incoronato da Zico” mittente, ovviamente Aldo. Che so essere un fedele lettore di questa rubrica. Quindi ritengo onestamente doverosa una ammissione ufficiale a 36 anni di distanza: la rovesciata di Ambu può essere catalogato come il gol esteticamente più bello della storia biancorossa.

Domenica 6 Gennaio 1985; Stadio Sada.
MONZA-PESCARA 2-1 (0-0)
MARCATORI: Ambu (M) al 20’st – Ambu (M) al 25’ st – Caputi (P) al 42’ st
MONZA: Torresin, Saltarelli, Gasparini, Catto (17’ st Lorini), Spollon, Boccafresca, Bolis, Saini, Pellegrini (27’ st Fontanini), Ronco, Ambu. A disp.: Meani, Urdich, Aquilante. All.: Magni
PESCARA: Rossi, Venturini, Ronzani, Di Cicco (26’ st Vagheggi), Roselli, Caputi, De Rosa, Acerbis, De Martino, Baldini, Tacchi. A disp.: Pacchiarotti, Olivotto, Piccinin, Mazzeo. All.: Catuzzi
ARBITRO: Gabbrielli di Prato

Fiorenzo Dosso