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Dire Lecce ad un tifoso del Monza è come offrire bistecca ad un vegetariano. O vino ad un astemio. Antitesi pura da quel maledetto 17 giugno 1979 al Sada. E ci sarà modo di approfondire nel girone di ritorno quando proprio la gara con i giallorossi potrebbe matematicamente aprire quel paradiso che loro ci chiusero praticamente in faccia 42 anni or sono. Tempo al tempo, però. Oggi, infatti, accompagniamo con la forza dei ricordi i biancorossi al “Via del Mare”. Uno stadio che, in verità, non è stato mai troppo ostile. Lascio a quelli più bravi di me con i numeri il resoconto statistico preciso. Da parte mia sottolineo che nei 4 anni della grande illusione (quelli dal 1977 al 1980) il Monza in Salento mantenne l’imbattibilità: tre 0-0 consecutivi ed il colpaccio (1-2) del 7 ottobre 1979. Le cose quel pomeriggio si erano messe male (padroni di casa in vantaggio con Piras alla mezzora) ma nella ripresa i ragazzi di Magni ribaltarono il risultato prima con un po’ di fortuna (autorete di Cannito), poi con un gol pieno di talento di Francesco Vincenzi. Vincenzino, perché Vincenzone era il mitico terzino Giuliano. In quel Lecce giocava un centrocampista con cui tempo dopo ebbi modo di collaborare ottimamente dal punto di vista professionale per parecchi anni: Alfredo Spada. Ricordo nitidamente, inoltre, che La Gazzetta dello Sport del lunedì pose l’accento “sull’ottima tenuta difensiva degli ospiti magistralmente orchestrati dall’impeccabile Stanzione.” Musica per le orecchie di un quindicenne che aveva eletto a proprio idolo il baffuto libero di Sant’Agata de’ Goti. E che la settimana successiva realizzò – di testa su calcio d’angolo – in un campetto della Brianza (Torneo Oratoriano CSI a 7 giocatori) l’unico gol ufficiale della sua vita sentendosi dire dal proprio allenatore: “Bravo Dosso ! Ma chi ti ha detto di sganciarti ? Crederai mica di essere Stanzione ?”
Biancorossi corsari a Lecce anche nel campionato 1998-99: è il Monza che Piero Frosio – per me libero mitico prima, allenatore stimato poi, buon amico ora – guida con tranquillità nel mare magno del centroclassifica cadetto lontano dai patemi delle zone pericolose. E’ un Monza che, per caratteristiche strutturali dell’organico, si esprime decisamente meglio in trasferta (alla fine della stagione il numero di vittorie complessive, 10, sarà equamente diviso tra mura amiche e viaggi). Il Lecce nel giugno 1999 festeggerà la promozione in serie A ed è guidato da quel Nedo Sonetti che qualche anno prima (campionato 1993-94, ultimo posto per distacco abissale) non era riuscito, subentrando a Trainini, nella titanica impresa di rianimare uno dei Monza peggio assembrati della storia. Quel 6 dicembre 1998 decide una conclusione dalla distanza di Massimo Oddo. Se qualcuno mi avesse detto allora che nel 2006 sarebbe diventato Campione del Mondo mi sarei messo a ridere. Perché io ci capisco poco o perché il calcio è moooooolto strano lo lascio giudicare a chi legge …

Fiorenzo Dosso

Tabellino del 7 Ottobre 1979:
LECCE-MONZA 1-2 (1-0)
MARCATORI: Piras (L) al 29’ pt – Cannito (L) autorete al 13’ st – F. Vincenzi (M) al 32’ st
LECCE: De Luca, Bonora, Lo Russo, Spada, Gardiman, Miceli, Re, Gaiardi, Piras (35’ st Magistrelli), Cannito, Biagetti. A disp.: Scognamiglio, La Palma. All.: Mazzia
MONZA: Marconcini, Motta, G. Vincenzi, Scala (30’ st Giusto), Stanzione, Corti, Gorin, Ronco, F. Vincenzi, Acanfora, Ferrari. A disp.: Colombo, Tosetto. All.: Magni
ARBITRO: Milan di Treviso