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Nel calcio di una volta, quello dei nostri Amarcord, c’erano le mezzali. Il modernismo li definisce ora ‘centrali del centrocampo’ con una ripetitività di collocazione che toglie poesia al ruolo. Le mezzali nel senso classico del termine sono razza in via di estinzione (l’interista Barella sta brillantemente cercando di far sopravvivere la specie), quelle italiane hanno toccato il vertice assoluto con il leggendario urlo di Tardelli al Bernabeu l’11 luglio 1982.

In quegli anni a Monza c’era una mezzala dalle caratteristiche classiche: raccordo tra i reparti, nerbo, incursioni, agonismo, tecnica e tiro dalla distanza. Maurizio Ronco – classe 1958 – cresce nel vivaio biancorosso, comincia a gravitare nell’orbita della prima squadra nella stagione 1977-78 (la seconda del magico e sfigato quadriennio) per entrare stabilmente a far parte del gruppo di Alfredo Magni l’anno successivo. Quello dello stramaledetto spareggio di Bologna. Che provoca dolore ogni qualvolta viene tirato in ballo. Quando il tecnico capisce che il centrocampo biancorosso ha bisogno di freschezza ed energia non esita a gettare nella mischia il ragazzo di Concorezzo. Che lo ripaga con prestazioni sempre all’altezza senza farsi schiacciare dalla responsabilità di vestire spesso l’impegnativa maglia numero 10. Il contributo di Ronco è prezioso. Ed arriva anche il primo gol.

13 Maggio 1979: un calcio di punizione dal limite di Maurizio buca la barriera rossoblù, coglie di sorpresa un non reattivo Girardi e regala al Monza il vantaggio sull’ opaco Genoa di Bui. Poco dopo un problema muscolare offusca però la gioia della rete: la giovane mezzala è costretta a chiedere il cambio e da bordo campo assiste impotente al fortunoso pareggio ospite. Un mese di infermeria lo rimette in sesto, Ronco torna titolare in quel memorabile pomeriggio di Brescia ricordato un paio di settimane fa e lo sarà sempre, compreso l’amarissimo capitolo finale col Pescara. Per anni la mezzala di Concorezzo assurgerà a simbolo del Monza: quando si esaurisce il fantastico ciclo del Borussia di Brianza e si torna a dover fare i conti con il duro pane della Serie C, il presidente Giambelli e mister Fontana non hanno il minimo dubbio nel puntare su due mezzali fatte in casa: Ronco e Saini.

La promozione del 1981-82 sarà sinfonia biancorossa, il contributo di Maurizio risulterà tatticamente fondamentale con la ciliegina sulla torta di 3 gol (Empoli, Forlì e Treviso), tutti al 'Sada'. Il ritorno in B inizialmente sarà durissimo per poi sfociare nella favolosa, romantica rimonta griffata Mazzetti. E proprio un gol di Ronco – alla Sambenedettese sempre nel magico pollaio (do you remember Angelo Scotti ?) – metterà il timbro definitivo sul fantastico settimo posto (partendo dall’ultimo …) dei ragazzi di Sor Guido. Piccolo, ma significativo, dettaglio statistico: in quel campionato Maurizio disputò tutte le 38 partite, dividendo la fascia di capitano con Franco Fasoli. Quando, qualche mese più tardi (Dicembre 1983), Alfredo Magni si risiede sulla panchina biancorossa è una rete di Ronco (all’Atalanta) a dargli il bentornato. Per un altro anno e mezzo i riccioli ed il mascellone della mezzala di Concorezzo saranno il simbolo di un Monza che naviga con tenacia e tranquillità a metà classifica nel difficile campionato cadetto. Emblematico l’ultimo dei 10 gol di Maurizio. Come tutti gli altri 9 al 'Sada'.

Il Monza 1981-82. Quello della Promozione in Serie B.

6 Aprile 1985, sabato di Pasqua tormentato da pioggia e vento: Pedrinho, brasileiro tutto fronzoli del Catania, fighetteggia con presunzione sul campo pesante, Ronco, brianzolo tutto concretezza, gli sradica letteralmente il pallone dai piedi e da una ventina di metri esplode fragoroso diagonale che non lascia scampo al portiere siciliano Marigo. L’altra squadra siciliana – il Palermo – nell’estate di quello stesso anno convince Maurizio, nel pieno della maturità tecnica ed agonistica, a giocarsi la carta di svolta della carriera. Gli errori – anche quelli commessi con le migliori intenzioni – si scontano vivendo e a pagare conto salato saranno sia il Monza (che nella stagione 1985-86 retrocederà miseramente) che lo stesso Ronco coinvolto in vicende piene di amarezza.

Foto Caprotti: l'ultima rete di Ronco al Sada contro il Catania

A noi non spetta giudicare. I nostri Amarcord vogliono essere solo un tributo a chi ha dato tanto alla causa. E la miglior testimonianza di riconoscenza verso Maurizio è il ‘Gruppo Ronco’: alcuni tifosi notano in maniera sempre più assidua la presenza al 'Brianteo' del mai dimenticato Maurizio Ronco. Vedendo un ex giocatore non in tribuna d’onore ma lì in curva, in mezzo a loro a tifare e soffrire, a prendere caldo, pioggia, vento e freddo fornisce lo spunto di dedicare a lui, persona schiva e di grande umiltà, il nome del gruppo. Che nasce ufficialmente nel luglio 2019. A quarant’anni esatti da quando una giovane mezzala con il biancorosso nel cuore sfiorò la realizzazione di quel sogno che adesso continua ad inseguire in mezzo a quelli che erano i suoi tifosi ed ora sono i suoi amici. E se per il buon Maurizio ci sarà ancora spazio nel Monza di oggi? Vedremo...

Fiorenzo Dosso