x

x

Questa settimana un Amarcord particolare. E non certo per la sosta del campionato. Questa settimana un Amarcord diverso. Per onorare la memoria di chi i vari Sanseverino, Fontanini, Vincenzi, Massaro, Fontana – in ordine sparso i protagonisti delle puntate precedenti – li ha seguiti dal Sada prima e dal Brianteo poi. Da qualche giorno Tino Cazzaniga è andato avanti. Ed il povero cronista ci ha messo qualche giorno per almeno provare a superare incredulità e sgomento. Tino è stato tanta roba per lo sport monzese: fondatore e giocatore degli storici ‘Gentlemen’ – calcio amatoriale più vero e puro – poi presidente, factotum, anima della sezione Monza Brianza e vicepresidente lombardo dell’ UISP – Unione Italiana Sport per Tutti – ed ancora sportivo attivo fino a pochi mesi. Fino a quando un male bastardo e subdolo non lo ha vigliaccamente aggredito proprio mentre si preparava a festeggiare 80 anni pieni di energia, di entusiasmo, di passioni, di voglia di fare. Come ha ricordato la nipote Valentina in uno struggente, dolcissimo saluto letto tra le lacrime al termine di un funerale pieno di gente e di gratitudine.
Tino è stato tanto per chi scrive. Mi legano a lui – alla moglie Tullia, al figlio Lorenzo ed alla figlia Benedetta – indelebili e dolcissimi ricordi di anni bellissimi nel segno del Monza. Di camminate verso il Sada anticipando i temi della partita e – soprattutto – di alcune indimenticabili trasferte. Le mie prime trasferte al seguito dei biancorossi. Ho la fortuna di averne nitidamente scolpite un paio a Como e Cremona. Il ritrovo, la partenza, il viaggio, il pranzo insieme di due famiglie amiche poi mamme e bimbe turiste in giro per le città, papà e figli tifosi al Sinigaglia ed allo Zini. Nostalgia canaglia per quella metà degli anni ’70 quando il Monza era uno spettacolo … E noi pure. Il tempo che passa toglie poesia ma Tino resta per me un riferimento. Professionale. Perché il Signor Cazzaniga è funzionario commerciale RCS nel mio stesso settore – la pubblicità sulla carta stampata – e non mancano i suoi consigli, competenti e preziosi, in alcuni frangenti per me delicati e scorbutici. Il tempo che passa toglie poesia ma Tino resta un riferimento. Locale. Perché negli anni ’90 tanti miei amici vestono la maglia dei Gentlemen e per tutti noi ragazzi di San Donato è ‘Il Presidente’. Il tempo che passa toglie poesia ma Tino resta un riferimento. Calcistico. Perché il Monza è sempre al centro dei nostri rapporti. Il Signor Cazzaniga non ha mai abbandonato i biancorossi. Neanche quando – come gli dicevo io – la C2 prima e la D poi scadono ad umiliante lippa e non sono più gioco del calcio. Il tempo che passa toglie poesia ma Tino resta un riferimento. Telefonico. Mi chiamava spesso. Per i classici auguri nelle festività. Soprattutto per parlare del Monza. Chiedeva aggiornamenti nelle estati dei due fallimenti. Chiedeva conferme sulle voci dell’interessamento di Galliani e Berlusconi. Commentava con grande competenza tecnica ed equilibrio di giudizio sia le singole situazioni che il contesto generale. La sua ultima telefonata lo scorso dicembre dopo la sconfitta di Pescara: non si capacitava di come il potenziale della squadra non si traducesse sul campo. Mi ero stupito di non averlo sentito a maggio in occasione dei play-off. Ad inizio estate avevo saputo. Poi ho solo potuto sperare. Ed ho pregato. Finchè il tempo ha restituito tanta poesia – incredibile eppure vero – su un manifesto funebre. Do dove Tino sorride sereno con la felpa del Monza. Del suo Monza.

Fiorenzo Dosso