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Cristian Brocchi, tecnico biancorosso, è intervenuto questa sera nel corso di 'Diretta Mercato' su 7Gold: "E' un periodo strano e difficile visto che dobbiamo stare chiusi in casa da tanto tempo. Cerchiamo di tenere viva la fiamma della speranza che tutto possa andare bene. Non bisogna essere ipocriti: lo stop, visto ciò che stavamo facendo, lascia l'amaro in bocca".

Si ripartirà?
"Da un certo punto di vista è difficile rispondere, penso ci siano delle persone che possono rispondere meglio di me. La speranza è che si possa concludere la stagione, di modo che promozioni e retrocessioni possano essere decise dal campo. Comunque il 75% delle partite è stato giocato ed è un'ottima percentuale per decidere. Quando si può riprendere? Lo deciderà chi sta curando la salute di tutti noi".

Teme che per il Monza tutto possa essere rovinato?
"Il pensiero è che è stato fatto qualcosa di importante e di grande ed è sotto gli occhi di tutti. Non è mai facile fare una stagione così, l'ultima parola va al campo, ma i miei hanno fatto qualcosa che non può essere cancellato, soprattutto per il numero di partite giocate. Credo sia il 71% ed è un numero molto importante".

Il protocollo sanitario?
"Credo sia impossibile sostenerlo per le società di Serie C. Solo in Serie A può essere fatto, già in B si farebbe fatica. Credo ci sono delle persone apposite per capire quali sono le strade giuste da percorrere. Il calcio dà emozione e muove cifre iperboliche, ma nel mondo del calcio esistono anche i giocatori non milionari. La ripresa del calcio, soprattutto della Serie A, è qualcosa di fondamentale per il nostro paese, per ciò che muove a livello economico".

Non accettereste che tutto venisse congelato?
"Il Monza - come altre società, come Reggina, Bari, Vicenza, Padova, Novara, Pro Vercelli, Alessandria ed altre ancora - ha portato in Lega Pro serietà, pubblicità e motivi di interesse. Ci sono presidenti-eroi come ricorda sempre Adriano Galliani. Ora ci saranno sicuramente problemi, ma nella gestione del futuro immediato non deve esserci nessuno che mette davanti i propri interessi personali. La Serie C deve continuare a dare gioia ai propri tifosi".

Come state vivendo il momento di emergenza? 
"Noi ci stiamo allenando tramite computer, è un modo per passare del tempo insieme e non perdere l'abitudine a comunicare tra di noi. I miei lo stanno facendo con un entusiasmo incredibile, anche se non tutti i giorni perché sarebbe un peso mentale non indifferente. Serve comunque a mantenere un minimo di condizione per non ripartire da zero. Abbiamo fatto delle riunioni video in cui abbiamo parlato di ciò che abbiamo fatto bene e di ciò che abbiamo fatto male. E' normale che dopo così tanto tempo di inattività manca il pallone. Allenarsi in casa, in spazi ristretti, non è come farlo in campo, quindi alla ripresa ci saranno difficoltà legate a tutto questo. Non si può pensare quindi che nel giro di dieci giorni di allenamenti si potrà giocare ogni tre giorni. Al Milan abbiamo preparato in pochi giorni i preliminari di Champions, ma erano solo 2 partite. Si rischia troppo a livello di infortuni".

Che soluzioni ci potrebbero essere?
"Non abbiamo programmato nulla, perché non sappiamo neppure a grandi linee ciò che sarà. Abbiamo comunque dei programmi fatti da me e dal mio staff per ricondizionare i giocatori, anche se non dovessimo ripartire. Se dovessimo ripartire solo a settembre, dovremmo tenere presente che i giocatori sono rimasti fermi per 6 mesi. Potete capire quanto potrebbe essere difficile, senza aver mai fatto partite di calcio. Nel momento in cui ci daranno l'ok per gli allenamenti a piccoli gruppi, lo faremo".

Il Milan e Paolo Maldini?
"Sono in linea con il dottor Galliani: quando sei fuori da una società, fai fatica a dire ciò che va e ciò che non va. Per questo è meglio non esprimere un parere, quando non si sa. Ho conosciuto Maldini come persona, anche fuori dal calcio: avere delle figure che ti legano in modo forte alla storia della squadra è di fondamentale importanza. E' intelligente e di spessore, bisognerebbe dargli la fiducia giusta per costruire qualcosa che forse ancora non c'è".

Se dovesse ripartire, come crede finirebbe la Serie A?
"Da amante del calcio, mi piacerebbe svegliarmi domattina e sentire la notizia più importante, cioè che si può uscire, che le persone sono sicure. Il calcio dà gioia ed emozione e la speranza è che ci possa dare ancora le stesse emozioni di quando è stato interrotto".