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Riceviamo e pubblichiamo una mail di considerazioni da parte del nostro opinionista Fiorenzo Dosso

Da anni scrivo del Monza solo attraverso i miei Amarcord. Il Venezia ha appena impartito memorabile lezione di calcio al Brianteo (che bravo Aramu, scuola Toro ...). Si è appena conclusa la giornata numero 30 di questo campionato. Le ho viste tutte. Mi permetto, quindi, di dare la mia opinione. Come ho detto recentemente a Binario Sport: sul piano del gioco e della manovra il Monza non ha mai convinto in 30 partite. Un paio di buone gare, e ci mancherebbe. Niente di più. L'organico è il migliore della cadetteria, la società vuole la promozione. Per ottenere la quale non ha badato a spese. La stessa società nell'ottobre 2018 cacciò Marco Zaffaroni e insediò in panchina Cristian Brocchi. Che, rispetto al predecessore, ha goduto di pazienza infinita da parte dei piani alti di Monzello. Gli fu perdonata la disastrosa sconfitta, senza neanche un tiro in porta, di Viterbo nella finale di ritorno della Coppa Italia di Serie C. Gli fu perdonata l'eliminazione ai quarti dai play-off per opera dell'Imolese. Viterbese ed Imolese, di gran lunga inferiori a quel Monza. Gli furono attribuiti grandi meriti nella vittoria dello scorso campionato con una rosa clamorosamente superiore per quantità e qualità alla concorrenza. La società non lo ha mai messo in discussione quest'anno perchè le individualità di spicco di un organico sontuoso avevano sinora tolto le castagne dal fuoco nonostante assenza di coralità, mancanza di intensità, approccio spesso molle. Ovvero tutte situazioni nelle quali deve assolutamente incidere un allenatore. Tanto per parlar chiaro: il Monza non ha mai dominato in lungo ed in largo come ha fatto oggi il Venezia. Adesso c'è la sosta e poi un poker di gare (Entella, Pescara, Ascoli, Cremonese) da vincere per restare in corsa. E la sosta arriva al momento giusto per far lavorare il nuovo allenatore. Perché, parliamoci chiaro, una società 'normale' domani mattina comunicherebbe l'esonero del mister. In caso contrario la società stessa si assume tutte le responsabilità e accetta di andare sino al termine correndo il grosso rischio del fallimento.

Fiorenzo Dosso