x

x

Calcio d’altri tempi quello dove la fascia di capitano era assegnata per l’intero campionato al giocatore più rappresentativo della squadra. Ogni squadra è sempre stata libera di adottare criteri specifici per l'assegnazione della fascia; ad esempio gli anni di militanza nel club, il numero di presenze o significative qualità morali o di rappresentanza.

Non necessariamente il capitano di una squadra è il giocatore più talentuoso o rappresentativo in termini di classe e tecnica. In genere la scelta del capitano ricade su quel giocatore che abbia autocontrollo e autodisciplina, sia sintonizzato con l'allenatore per poter trasmettere celermente le sue indicazioni ai compagni in campo e sappia trattare con l'arbitro. Non ultimo, il capitano dovrebbe anche avere un buon rapporto con i tifosi. Questo giustifica il criterio d'anzianità come dirimente per la scelta del capitano.

Nel Monza ammirato nelle ultime stagioni la fascia è stata assegnata quasi sempre seguendo il criterio del numero di presenze ed il numero elevato di giocatori in rosa ha fatto sì che molti giocatori hanno avuto modo di indossarla, forse troppi…

Secondo il criterio dell’anzianità di servizio è Mario Sampirisi (48 presenze in 3 anni di militanza in biancorosso) il giocatore che la dovrebbe indossare, seguito ad una sola distanza da Mota Carvalho (47 presenze in 3 anni) e da Carlos Augusto (39 presenze in 3 anni) e quindi da Andrea Barberis e Michele Di Gregorio (appaiati con 36 presenze in 2 anni di biancorosso).

Da considerare che in rosa ci sono anche due giocatori con minor numero di presenze ma con una militanza nel Monza di tre anni: Paletta e Machin che tuttavia non stanno giocando con una continuità tale da giustificarne l’assegnazione della fascia, anche se il primo per la sua esperienza è stato chiamato spesso ad indossarla allorché impiegato da inizio partita così come Donati.

Per dare continuità ad un compito importante la scelta dovrebbe ricadere su chi, fra i giocatori che abbiamo citato, è destinato a giocare con maggiore continuità. Non si tratta infatti solo di partecipare al sorteggio iniziale per stabilire quale squadra sceglierà la porta e quale batterà il calcio d’inizio. Il capitano durante la gara è l'unico ad avere facoltà di interpellare l'arbitro, in forma corretta e a gioco fermo, per chiedere chiarimenti in merito alle decisioni assunte, di fatto diventando uno dei collaboratori in gioco del direttore di gara.

Un argomento che potrebbe essere oggetto di riconsiderazione anche su indicazione degli stessi sostenitori  biancorossi per i quali, storicamente, il giocatore con la fascia di capitano ha spesso rivestito il ruolo di rappresentante in campo della tifoseria.

Giulio Artesani