x

x


Diamo a Cesare quel che è di Cesare… Quando vedi un Monza come quello che ha giocato a Salerno, non puoi far altro che dare sfogo alle pulsazioni del sangue biancorosso che ti scorre nelle vene e invitare tutti a togliersi il cappello ed alzarsi in piedi. Dopo tante volte in cui le critiche sono risultate più che dovute, oggi occorre riconoscere che il secondo tempo giocato in casa della Salernitana è di pari livello dei 90’ della gara d’andata, a mio avviso la miglior prestazione stagionale del Monza. Una fotografia di come avremmo voluto vedere sempre la squadra di Brocchi in questa stagione: spirito combattivo, sacrificio e carattere.

Oltre alle pulsazioni sanguigne, consentitemi inoltre di dare sfogo anche ad alcuni pensieri in libertà.

Anzitutto, se c’è un dio che governa le sorti del pallone, oggi ha reso giustizia al Monza. Le provocazioni arrivate da Salerno in una settimana travagliata dalla bravata degli otto “casinari” di casa nostra sono state zittite sul campo. E in sala stampa, visto che nessun tesserato granata ha commentato la gara. Media, ATS e sindaco della città campana hanno fatto a gara nei giorni scorsi a chi la sparava più grossa, aizzando ulteriormente quella frangia estrema della tifoseria che si è resa protagonista con le bombe carta in piena notte nei pressi dell’albergo dove soggiornava il Monza.

Poi, una considerazione da non sottovalutare. Il Monza aveva vinto l’ultima gara esterna in casa del Chievo. L’ultimo gol di Balotelli prima di oggi e l’ultima presenza in trasferta di Galliani prima della lunga assenza per il Covid. Il ritorno al successo in trasferta è coinciso con il ritorno al gol di Mario (quando lui segna il Monza vince sempre) e col ritorno di Galliani al seguito della squadra lontano da casa. L’apporto dei due in questo finale di stagione è fondamentale. Da Mario ci si aspetta i gol, dal carisma di Galliani quella capacità di tenere unito il gruppo e dargli tensioni e motivazioni. La decisione di aver lasciato a casa gli otto “casinari” è anche farina del suo sacco e ha avuto vari effetti. Anzitutto ha costretto ad un bagno di umiltà Boateng e i sette protagonisti della “gita” a Lugano, che torneranno a disposizione per martedì riposati e, si spera, desiderosi di riscatto. In secondo luogo ha contribuito in maniera fondamentale a creare una scossa in coloro che sono andati in campo a Salerno. Infine, ha umiliato una Salernitana che pensava di mangiarsi in un sol boccone un Monza privo di moltissimi titolari.

Ma ora occorre non cullarsi sugli allori e guardare avanti, la prossima gara è tra poche ore. Sono certo che il nostro caro Adriano ricordi ancora quel disastroso e afosissimo pomeriggio di molti anni fa allo stadio Sada. Era il 17 giugno 1979 e c’erano quasi dodicimila spettatori pronti a festeggiare una vittoria che avrebbe spalancato al Monza le porte della serie A. La gara cominciò malissimo per i biancorossi, rimasti in inferiorità numerica dopo mezzora. Poi l’avversario segnò e la situazione divenne ancora più difficile. Ma, quella volta, il dio che governa le sorti del pallone, fece girare tutto contro e Massimo Silva non trasformò il rigore che avrebbe potuto evitare al Monza di andare a giocare e perdere lo spareggio di Bologna col Pescara per salire in A. L’avversario di quel pomeriggio era il Lecce. Che bello se il 4 maggio 2021 consentisse a tutti noi, Galliani in primis, di cancellare il ricordo di quel maledetto pomeriggio di 42 anni prima…

Paolo Corbetta