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Una vittoria sofferta quella ottenuta dal Monza contro l'AlbinoLeffe degli ex. I brianzoli ottengono un'affermazione di misura come era già successo con Pro Patria, Como e Pro Vercelli allungando, a livello di primato, sull’Alessandria (bloccata sul pareggio) e mantenendo lo stesso vantaggio sul sorprendente Renate. Biancorossi che hanno messo a segno 18 reti subendone 4 in questi 9 incontri, inanellando la terza affermazione su quattro in campionato tra le mura amiche; prima vittoria nella storia contro i seriani in campionato.

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Match ostico sulla carta, rivelatosi poi tale nel durante con l'AlbinoLeffe dell'ex (indimenticato) Zaffaroni schierato con un 3-5-2 compatto, solido e corto che in fase di non possesso prevedeva una difesa praticamente a 5; biancorossi che han risposto con gli stessi effettivi dominanti ad Arezzo. Incontro dalla piega tattica scontata, monzesi che han condotto le operazioni sin dal cominciare ed ospiti ad attendere dietro la linea della sfera per provare a ripartire o sfruttare, sul passaggio immediato dalla zona 1 alla 3, la spizzata del panzer viterbese Cori, nostro ex insieme al mister, a Riva e al preparatore atletico Curzi. Il ritmo, per la verità, non è stato molto alto nella prima frazione, accelerazioni solo in determinati frangenti; i Bagaj però avrebbero potuto sbloccarla immediatamente con le traverse di Brighenti (uno dei migliori in assoluto) e Chiricò con, in tal caso, l'imprinting della gara che sarebbe potuto essere più facilitato per D'Errico e company, e degli spazi maggiormente ampi per più tempo. La malasorte non ha voluto questo e il 1912 ha dovuto lavorare con raziocinio ed ai fianchi il bunker orobico. Tatticamente la compagine seriana è stata finora l'avversario meglio disciplinato in campo in non possesso anche se ha poi palesato una fase offensiva scarna ed asfittica, creando veramente poco e finalizzando ancor meno; la Celeste vagamente pericolosa solo da piazzato mentre i brianzoli ci han provato anche con Derrick che ha impegnato il meritevole estremo difensore Savini.

Ingresso in campo

Nella ripresa la trama delle ostilità non è mutata più di tanto, la palla sempre di gestione monzese ma è scorsa ancora piuttosto lentamente, con la fatica da parte dei padroni di casa a trovare il pertugio e il guizzo giusto per aggirare la precisa chiusura sulle linee di passaggio dei dirimpettai; i seriani hanno elargito molta densità centralmente e i biancorossi, già nella prima parte, han provato a sfondare con i terzini, in primis con Lepore che ha immesso in area dei cross molto appetitosi. Con gli innesti a metà frazione di Mosti, Marchi e Gliozzi è aumentato il ritmo e l'aggressività, i bergamaschi hanno cominciato molto gradualmente a concedere, tra cui in piazzato poco dietro il limite da cui Lepore ha risolto la pratica. Inevitabilmente e per inerzia gli Zaffa Boys negli ultimi venti hanno alzato il baricentro e la spinta, sbilanciandosi con Kouko in luogo del regista Genevier, ma hanno creato qualche scompiglio solo su una discesa solitaria di Gelli. Una vittoria difficoltosa per come è giunta, ma ampiamente meritata; dinnanzi due correnti di pensiero agli antipodi, il Monza di Brocchi coi suoi tecnocrati e la spasmodica ricerca del possesso palla a terra a dispetto della dogmistica fase difensiva, accurata e pratica di mister Zaffaroni. L'ha spuntata la prima, ha avuto la meglio la compagine superiore a livello individuale; i seriani si sono dimostrati squadra coriacea e scorbutica ma leggera a livello offensivo, il Monza targato Zaffaroni (miglior difesa di tutta la C due anni fa) una maggior sostanza e peso, in termini di pericolosità, la palesava e disponeva forse di maggior talento nell'uno contro uno ed inserimento da centrocampo, rispetto all'AlbinoLeffe attuale.

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Sul Monza che dire, impensabile vincere tutti i match nettamente ma anche da incontri come questi che si ottengono segnali rilevanti; il 1912 ha legittimato i tre punti e poteva inoltre realizzare qualche gol in più. Domenica è mancata un po d'intensità nel giro palla ma non era semplice contro un eleven ostruzionistico come quello avversario, importante il lavoro degli esterni bassi che hanno prodotto propulsione e cross, cercando di far allargare le dense maglie orobiche concentrate maggiormente in zolle centrali. La fase difensiva monzese, seppur poco sollecitata, ha concesso pochissimo, l'uscita azione è stata ordinata e paziente e priva di giocate forzate, la mediana scrupolosa in filtro; il possesso, come detto, un pochino sofferente come tempi di distribuzione ma riscontri buoni nel concetto, con diversi tentativi di cambio gioco per allargare e scompigliare le distanze ospiti. L'attacco non ha avuto vita facile ma ha creato e lavorato bene tatticamente per la squadra, vedi Brighenti a svariare su tutto il fronte e sovente pronto ad abbassarsi per dare una mano alla transizione positiva. Come sempre il supporto dalla panchina si rivelato influente nell'economia della gara in corso, un'arma sempre più rimarchevole col passare del tempo e l'accumularsi di partite.

Sandro Coppola