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Bisognava disputare una partita gagliarda per tentare di ribaltare la situazione, e match gagliardo è stato fabbricato. Il Monza la qualificazione non l'ha di certo persa al "Romeo Galli", un'eliminazione che rende tristi e lascia l'amaro in bocca visto che è mancato davvero poco per accedere al secondo turno nazionale. Il sogno della B per quest'anno deve essere riposto ancora nel cassetto (è dal 2001 che è lì), a 360 minuti (supplementari permettendo) dal traguardo; una meta apparentemente lontana ma, più ottimisticamente parlando, nemmeno così troppo remota. Sarebbero mancati quattro match con una squadra che, in caso di clamorosa rimonta, ne avrebbe giovato ineluttabilmente a livello mentale e sarebbe potuta diventare una fastidiosa mina vagante, con le forti individualità a disposizione. Ma, a distanza di qualche ora, si tratta purtroppo solo di congetture, di concetti teorici, la realtà racconta che ora bisogna pensare a programmare nel minimo dettaglio la prossima stagione che deve essere un percorso vincente, in cui il 1912 deve provare assolutamente a centrare l'obiettivo cadetto direttamente col primato, evitando dunque possibilmente le sabbie mobili dei playoff.



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Il Monza (4-3-1-2), come detto, è partito alla grande e con un approccio perfetto; ha immediatamente aggredito alto i portatori di palla di casa, mantenendo i ritmi molto elevati e provandoci in apertura con Reginaldo (ancora una volta tra i migliori in campo). L'Imolese di Dionisi (modulo speculare del Monza) ha faticato e non poco sulle sfuriate brianzole, costretti ad un baricentro basso, a dei disimpegni difficoltosi ed una corposa quantità di lanci lunghi. I Bagaj hanno innestato l'acceleratore passando in vantaggio su rigore trasformato da D'Errico, causato dall'italo-tunisino ex Piacenza Hraiech, e raddoppiato grazie ad una conclusione sporca del positivo Lepore, assoluto protagonista dell'out destro offensivo ospite. Una prima frazione legittimamente dominata, in cui il 1912 ha quasi resettato l'enorme gap.



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Nella ripresa mister Dionisi ha inserito gli "eroi" del "Brianteo", lo scuola Hellas Cappelluzzo e De Marchi, dimostrando di sapere leggere l'evolversi delle ostilità e mutando ottimamente in corsa la fisionomia tecnica del suo eleven. Tuttavia, nella prima parte, il Monza ha tentato ancora di sfruttare l'inerzia positiva provandoci con Derrick e Armellino, una pressione biancorossa ancora piuttosto efficace, anche se l'Imolese è apparsa in crescita, meno titubante e più coraggiosa cercando ti trovare con più convinzione un gol. Ci ha provato il regista Carraro con un lob insidioso, nel frattempo i Bagaj hanno concluso ancora col capitano e con Armellino, in seguito ad un'azione in cui Brighenti ha reclamato (giustamente) un penalty. Purtroppo però i Grifoni bolognesi, alla prima vera chance limpida, han punito i brianzoli con De Marchi da distanza ravvicinata al 71'. Gli uomini di Brocchi hanno comunque tentato di ottenere il pass a testa bassa fino alla fine, passando prima al tridente e poi nel recupero con cinque pedine ultra offensive; dal subentrato Ceccarelli (il cambio, come gli altri, è sembrato molto tardivo) è scaturito il secondo rigore che ha realizzato D'Errico e portato a piena parità i 180 minuti. Ma tutto ciò ha aumentato ulteriormente il magone per la remuntada solamente sfiorata. I ragazzi escono a testa alta da Imola, privi della qualificazione ma con l'onore delle armi. La compagine brianzola ha palesato una forte reazione allo scivolone dell'andata, ha disputato 45 minuti da sodalizio con gli attributi provandoci anche poi; tatticamente la partita inizialmente è stata interpretata ottimamente in ambo le fasi, subendo anche poco e con le giuste distanze tra reparti. Successivamente nella seconda parte della ripresa, qualche conclusione fuori di poco, qualche episodio sfavorevole ed un calo fisico hanno indirizzato il match sui binari imolesi, cinici a trovare la via della marcatura sulla pressochè unica occasione, ma manifestando poi negli ultimi 25 minuti una transizione positiva ed uscita di palla di un certo rilievo. Del resto se questo gruppo in casa ha perso, nel 2018/19, solo col Monza un motivo ci sarà.



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Complimenti a loro, una squadra ripescata dalla D con entusiasmo ed idee chiare che ha il diritto di sognare ancora e con un mister che può fare senza dubbio un'ottima carriera. Il Monza dal canto suo di deve leccare le ferite, esce comunque a testa alta; bisogna ora analizzare con relativa calma tutte le situazioni in ottica futura, arrivando poi ad un bilancio per esercitare delle scelte. La squadra in campo ha mostrato cose buone e altre meno positive in questi quattro mesi, è giunta in finale di Coppa ma poi l'ha persa ingenuamente, ha sì rimontato in classifica nel ritorno passando da un dodicesimo ad un quinto ma senza alcuni passi falsi inspiegabili nel finale avrebbe potuto svolgere i playoff con più vantaggi e con meno gare sulle spalle. Urge selezionare e mantenere con attenzione il buono implementato, il roster non deve essere ancora mutato corposamente, sarebbe un errore; sono stati sottoscritti contratti sul medio-lungo periodo, è giusto che anche alcuni tra quelli che non hanno mantenuto a pieno le attese possano ripartire da qui. E da qui innestare 4/5 atleti di spessore assoluto che possano offrire l'ulteriore salto di qualità, continuando il lavoro e il processo nato ad inizio 2019. Con Brocchi? Dalle dichiarazioni di Galliani sembrerebbe di sì. L'importante è crederci sempre, come ha fatto costantemente la Curva. Deve essere un onore, ma soprattutto un onere vestire la casacca monzese, questo vale sia per chi continuerà ad indossarla e per chi si aggiungerà a dare una mano.



Sandro Coppola