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Il derby tra Como e Monza è tornato dopo più di quattro anni ed ha sorriso ai biancorossi che hanno ottenuto una vittoria pesantissima e goduriosa in piena Zona Cesarini. Un'affermazione strameritata, come ha sentenziato l'Ad Galliani a fine partita, dinnanzi ad un neo promosso Como comunque autore di un match lodevole ed ordinato da cui non esce affatto ridimensionato. Quarta vittoria su cinque in gare ufficiali, con otto gol all’attivo e soli quattro subìti (tre nel match del “Franchi”). Biancorossi che non perdono sul Lario da ormai quasi 23 anni, nella stagione che riportò il 1912 in serie B (96/97).

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Foto ROBERTO DEL BO

Il primigenio dell'incontro è ad appannaggio degli ospiti che, con il loro ormai classico 4-3-1-2, si distribuiscono sul terreno di gioco con padronanza a livello territoriale, buona intensità e geometrie; il Como di Banchini (3-5-2 compatto) esce dal guscio dopo le difficoltà del primo quarto d'ora in cui concede un paio di chance al Monza, con Facchin subito sollecitato. Nel prosieguo si denota più equilibrio con una densità maggiormente valida in copertura dei lariani, una fase più di stanca e una quantità di occasioni molto ridotta da ambo i lati; a tratti il Como ha anche qualche spazio centrale per effettuare le ripartenze (sovente dai piedi dell'ex genoano Raggio Garibaldi), tuttavia la fase difensiva monzese non paga dazio e controlla senza particolari patemi, pur palesando un calo in mediana che sbaglia qualche tempistica in uscita pressing ed è meno attiva in distribuzione sfera sullo sviluppo. L'imprinting agonistico del matchup rimane comunque rilevante, con dei frangenti temperamentali che talvolta vanno un pochino oltre, rispecchianti a pieno l'ambiance di questo derby atavico.

Nella seconda parte gli uomini di Brocchi ripartono a macinare gioco e costringono l'esterno Iovine a compiere il primo salvataggio di giornata su Chiricò, con lo stesso che poi scalda i guanti di Lamanna, ad opporsi in due tempi; il brindisino, a tratti efficace nello spunto nell'uno contro uno, coglie anche una traversa partendo dalle mattonelle esterne di destra, creando qualche preoccupazione a Solini e Loreto. La garra continua ad avere un peso specifico notevole, i due eleven col passare dei minuti si allungano però un pochino e le distanze non sono più così idonee. I primi tre cambi biancorossi sortiscono però buoni effetti in possesso, D'Errico ispirato che, grazie ad una transizione con Gliozzi e Chiricò protagonisti, si vede salvare la conclusione a colpo sicuro dall'onnipresente Iovine. Quando poi le ostilità sembrano dirigersi verso lo 0-0 e il Como prossimo a festeggiare un ottimo punto, i Bagaj trovano il meritato vantaggio (e primato in solitaria) grazie al mancino del neo entrato scuola juventina Mosti che fa esplodere il settore ospiti.

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Una vittoria, come già sottolineato, ampiamente meritata con un Monza che per lunghi tratti di gara ha confermato di essere una grande squadra e di saper pure soffrire in qualche circostanza di difficoltà; ad onor del vero ha subìto pochissimo nonostante qualche sprazzo in cui il centrocampo non ha espletato al meglio le due fasi. Il pacchetto difensivo (su tutti uno ieratico Bellusci) ha lavorato al meglio, i due avanti titolari si sono sacrificati molto e hanno eseguito con costrutto i dettami tattici, anche se fronte alla porta sono stati poco efficaci e presenti in conclusione; sulla trequarti Chiricò, un altro giocatore per ora rispetto allo scorso anno, è stato piuttosto positivo rendendosi pericoloso e compiendo delle giocate soprattutto dall'esterno nella ripresa, pur calando alla distanza e manifestando alcuni leziosismi nel pre-scarico con palle perse pericolose. I cambi in corsa sono stati un buon viatico per trovare la marcatura finale, i quattro innesti hanno improntato positivamente, a conferma che il roster monzese è composto da due squadre in una; i presunti ricambi giocherebbero quasi tutti titolari nelle altre compagini del girone. Le prestazioni convincenti cominciano a raggiungere un numero importante, bisogna dare ulteriore continuità e non sedersi, si è solamente all'inizio e il percorso è lungo. Già con la Pro Vercelli di Gilardino bisogna continuare su questi binari, magari sfruttando prima e maggiormente la grossa mole di chance da gol che si creano.