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La valutazione di un'annata di questo tipo, ricca di sorprese e difficoltà allo stesso tempo, risulta più difficile che mai. Il Monza, per puntare alla Serie A, ha investito come mai aveva fatto, e per questa ragione le aspettative erano particolarmente alte. D'altro canto, però, bisogna tenere in considerazione anche il tipo di investimenti realizzati e i giocatori su cui si è scelto di puntare, in quanto molti hanno reso ben sotto le aspettative (evidenti sono i casi di Maric e Diaw). In questo contesto, e tenuto conto di una serie di vicissitudini, si può valutare l'operato di mister Brocchi e del suo staff.

Brocchi 5.5: il motivo dell'insufficienza è semplice, visto che gli obiettivi erano pubblici (forse anche po' troppo ostentati) e la squadra non è riuscita a raggiungerli. La mancata promozione in A, oltre che l'insufficienza, è costata a Brocchi anche la panchina, portando all'arrivo di Stroppa, scelto dalla dirigenza per ritentare l'impresa. La stagione del Monza ha vissuto alti e bassi e, forse, questo è un altro elemento negativo, in quanto è appunto mancata la continuità. A ciò si aggiungono una serie di partite che, agli occhi di molti, sanno di occasioni perse, e questo ha sicuramente avuto un impatto sul mancato salto di categoria (basti pensare alle partite con il Pescara, andata e ritorno, Cosenza in casa, Ascoli in trasferta, e così via). Se, da un lato, delle scelte errate possono essere ravvisate, dall'altro ci sono una serie di attenuanti di cui bisogna necessariamente tenere conto, ai fini di un'attenta disamina. In primis, in pochi ricordano il primo mese di stagione, con il Monza martoriato dai casi Covid e, non dovrebbe nemmeno servire spiegarlo, questo incide incredibilmente sullo stato di forma e sulla preparazione della squadra. In secondo luogo, c'è un'ulteriore variabile: il mercato è stato guidato dal mister, o imposto dalla dirigenza? Questo ha un grosso impatto sulla gestione della rosa. Infine, bisogna sempre considerare che noi tutti, non coinvolti nelle operazioni a Monzello, difficilmente conosciamo i dettagli e le motivazioni di alcune scelte, di conseguenza dovremmo essere più cauti nella valutazione di alcune circostanze. L'allenatore è un ruolo complesso, che non solo deve allenare un gruppo di giocatori ma, tra le altre cose, deve: creare il giusto clima nello spogliatoio e dialogare al meglio con i leader al suo interno (basti pensare quanto è stato difficile gestire la vicenda del Casinò di Lugano), deve sapersi interfacciare con la stampa e gli organi di comunicazione (nonché con i tifosi), deve sapere gestire le relazioni tra gruppo squadra e società (così come quelle tra gruppo squadra e staff tecnico), e così via. Non dimentichiamo anche il lavoro eccellente che Brocchi, insieme al suo staff, ha fatto con un giovane come Frattesi, contribuendo alla sua definitiva esplosione. Si può capire, quindi, come tale ruolo sia complesso e multidimensionale e che noi, come molti tifosi, abbiamo modo di valutare solo una piccola componente di questo lavoro (ossia i novanta minuti di partita), e questo non può che rendere relativa questa analisi. Rimangono i risultati, ossia la mancata promozione, e questa non può che pesare.