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Monza. Abbiamo incontrato Natalina Ceraso Levati, importantissima figura nel calcio Femminile Italiano essendo stata dal 1997 al 2009 presidente della neonata divisione calcio femminile della Lega Nazionale Dilettanti, conosciuta anche come ottima insegnante di latino. Se oggi le nostre ragazze stanno emozionando e impressionando nel Mondiale in Francia, il merito è anche suo che con la sua tenacia non ha mai mollato e ha sempre creduto nelle sue idee e nei suo progetti fino a realizzarli.



- Signora Levati, la sua famiglia è sempre stata ai vertici dello sport a cominciare dal padre Reno, dirigente del centro sportivo nazionale fiamma e fondatore della Fiammamonza, fino a suo marito Fabrizio Levati avvocato e allenatore delle Fiamma per 25 anni. Da dove nasce questa passione?



"Sono la prima di 5 figli e l'unica che segue il calcio.Un giorno a 13 anni mi sono svegliata e ho iniziato ad interessarmene, comprando la Gazzetta, un fatto eccezionale per una ragazza ai tempi, studiando e leggendo di tutto fino ad innamorarmi e ad immergermi totalmente in questo sport, tutto è iniziato da lì"



- Che sport ha praticato da giovane?



"Nessuno, ai tempi le ragazze non praticavano sport, una volta finita la scuola aiutavano la mamma e le sorelle e fratelli minori. Ho praticato gli sport che si facevano obbligatoriamente a scuola."



- Nel 2006 Rivera la propose come presidente della FIGC creando numerose polemiche, quanto la inorgoglì il fatto che fosse stata presa in considerazione per un ruolo da sempre occupato da uomini?



"In realtà non ci furono ne proposte e non fu concordato nulla, non avrei mai accettato, poichè era un ruolo dove bisogna avere molte competenze che non ho. Rivera venne ad un evento dove io parlai e rimase come moltissimi altri dirigenti delle Federazione colpito per il mio linguaggio sportivo e per la mia competenza in materia e gli venne l'idea di propormi per la presidenza dell FICG scatenando tutta la polemica. Il fatto che spesso personalità sportive venissero ad ascoltarmi si complimentavamo e mi stimavano questo si mi rendeva orgogliosa perchè era il frutto di tanto lavoro in tanti anni"



- Quanto il calcio femminile e’ cresciuto in questi ultimi anni e cosa si sta facendo per invogliare le ragazze a praticare questo sport?



"Sono i risultati sportivi che fanno da traino. La FIGC ha puntato molto sulla nazionale e sulle squadre professionistiche principali ad investire. La nazionale sta andando bene questo e' un bel momento vedremo fra un po di anni se le iscrizioni aumenteranno allora li potremo tirare le somme"



- I grandi risultati della nazionale Italiana possono a livello mediatico dare finalmente a queste ragazze l'importanza che meritano?



"Il fatto che si sia andati sulla Rai e che ci siano degli spot simili a quelli della nazionale maschile, la speranza e che le ragazze vengano attratte da questo sport e si tesserino nelle squadre del territorio. Pensi che prima degli anni 80 le ragazze di iscrivevano dopo i 18 anni accompagnate dai genitori che chiedevano di disincentivarle dal provarci. Negli anni 80 con gli oratori misti, le giovani incominciarono a giocare coi ragazzi e le iscrizioni aumentarono tantissimo."



- Quante difficoltà ha trovato nel far accettare questo sport riconosciuto solo per "maschi"?



"All'inizio mi guardavano con sospetto, ma col mio modo di essere e di fare ho trovato meno difficoltà del dovuto. Sono un persona molto paziente e tenace, non mi sono mai data per vinta e quando trovavo persone diffidenti, non mi abbattevo perchè sapevo che avrei sicuramente trovato persone che avrebbero' avuto il coraggio di scommettere sulle ragazze vedendole giocare e capendo che anche loro potevano tranquillamente praticare questo sport con ottimi risultati. Differentemente dai maschi hanno sicuramente meno massa muscolare, ma sono meno soggette a traumi e se cadono non fanno scene."



- Lei è sempre stata in mezzo ai giovani, preferiva il ruolo istituzionale di insegnante o quello di presidente?



"Tutti e due i ruoli mi hanno aiutato nella mia vita, pur essendo diversi bisogna essere autorevoli e non autoritari, bisogna farsi apprezzare, accettare e guadagnare la fiducia di chi ti sta intorno. Per anni la mia grande passione per questi ruoli mi ha portato a non fare ferie. Poi arrivata ad un certo punto dopo essermi persa qualche evento importante ho deciso di lasciare e ritornare a fare la figlia, la sorella, la madre e la zia, godendomi appieno la mia numerosa famiglia. Ad un certo punto bisogna sapere dire basta".



- Conosceva l’insegnante e assessore allo sport Pia Grande alla quale e’ stata dedicata la piscina; quando manca allo sport un personaggio simile?



"La conoscevo bene, insegnavamo insieme, di lei mi manca la sua solarita' e la sua capacita' di ascoltare. Mi aiutava a capire l'aspetto psicologico delle ragazze. La sua capacita' di comprendere e capire chi ha bisogno di una parola erano uniche."



- Cosa pensa dell’avvento di Berlusconi e Galliani al Monza calcio, potrebbero far qualcosa con le ragazze secondo lei?



"Ci vorrebbe la sfera di cristallo per rispondere, molto dipende dagli obiettivi che si sono prefissati e magari si potrà anche pensare anche ad un loro ingresso nel calcio femminile, ma bisognerebbe chiedere a Roberto Mazzo. Ma ci sono tante questioni burocratiche leggi nuove è difficile rispondere. Una cosa è certa: Galliani è un grandissimo tifoso e ha a cuore questa città e questa squadra"



Cosa vuol dire alle nuove generazioni, lei che ne ha conosciute tante nei loro pregi e difetti?



"Lo sport aiuta a crescere. E' uno dei mezzi che ti fa confrontare con la realtà e realizzare i sogni. Si puo' e si deve far calcio e qualsiasi altro sport mantenendo la propria personalità, le proprie caratteristiche e peculiarità senza scimmiottare nessuno"



 



Gabriele Passoni