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"Tanto tuonò, che alla fine non piovve. Almeno per ora. Perché in casa Monza i presunti ribaltoni sono all’ordine del giorno, o meglio del risultato, in una gestione ambientale complicata che vede come parafulmine unico l’allenatore Christian Brocchi". Si apre così su Tuttomercatoweb il punto di situazione sul Monza e sulla sua panchina. Che prosegue: "Uno che certamente qualche errore lo avrà pure fatto, ma che nel contesto di cui sopra è altrettanto sicuramente il minor indiziato da additare a presunto capro espiatorio. Si parla di crisi autoindotta - si legge nell'articolo - perché i malumori nascono e muoiono dall’interno, senza riflettere in profondità sul lavoro di un allenatore giovane e che sta rispettando i diktat societari di inizio stagione, sia a livello di classifica che di ricerca di un gioco gradevole ed accattivante. Il tutto - analizza Gianluigi Longari - sebbene le scelte di mercato che hanno caratterizzato la stagione in corso siano state tutt’altro che d’aiuto per il lavoro quotidiano. L’obiettivo promozione è stato dichiarato praticamente con dodici mesi di anticipo, mentre si stava festeggiando il traguardo storico (sì, storico, è bene ricordarlo) della scalata fino alla cadetteria. La campagna acquisti è stata caratterizzata da scelte esotiche che magari potrebbero anche premiare con vista sul futuro anteriore, ma che non hanno certo strizzato l’occhio alla specificità che invece è da sempre la matrice alla base del campionato più complicato che ci sia, la serie B appunto. Plauso a Galliani che a gennaio ha cercato di recuperare le scelte oggettivamente sbagliate nei primi mesi di stagione, puntando su elementi di spiccata personalità che hanno rimpinguato un reparto avanzato già molto assortito a livello numerico ma completamente privo di quegli elementi “di categoria” appunto, che caratterizzano le squadre che centrano l’obiettivo promozione. A ciò si aggiunga una piazza che è diventata con il passare delle settimane sempre più esigente, assaporando colpi da mille e una notte e sogni europei già manifestati ancora prima che l’obiettivo promozione fosse stato anche solo lontanamente messo in cantiere. E soprattutto senza fare i conti con la specificità di cui sopra: quella che assieme alla pazienza sta mancando al Monza in una rincorsa verso un obiettivo molto più vivo rispetto a come viene dipinto. Senza riflettere sul rapporto cause e conseguenze, ma solo andando alla ricerca di un capro espiatorio fin troppo semplice da identificare in Brocchi" si conclude l'articolo.