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Monza. Abbiamo incontrato Paolo Loscalzo, gestore di un noto locale monzese, negli ultimi mesi diventato famoso a livello nazionale per un suo post su Facebook: 'Sarà un tramezzino che vi seppellira'. Una storia che ha colpito tutti e che lo ha portato a partecipare a diversi programmi di informazione e cultura. Loscalzo ci ha parlato della sua passione per lo sport e per la sua attività. 



- Loscalzo, a quali sport è appassionato e quale ha praticato o pratica?



"Da ragazzino ho fatto judo ed è stata una bellissima esperienza formativa. Poi come tutti ho giocato a calcio a livello amatoriale come terzino sinistro con discreti risultati.”



Il suo locale è un punto di ritrovo per i giovani e non da anni e anni, cosa lo rende unico o nel suo genere?



“Secondo me è un locale molto informale dove non c’è servizio al tavolo, con prodotti di qualità a prezzi abbordabili. Le gente che viene qui si affeziona, qui ho visto nascere e crescere tantissimi compagnie.”



Cosa ne pensa della nuova proprietà del calcio Monza? Va allo stadio?



“Vado allo stadio, ma vado a Genova, perchè sono genovese e genoano e per me a Genova c’è una solo squadra, il Genoa. Con tutti i dubbi che posso avere sul personaggio Berlusconi, ritengo che essendo un grande amante e conoscitore del calcio a Monza potrà fare bene, quello che ha fatto con il Milan parla da se”.



 Lei è genoano, mi ha detto in passato di essere stato un fan di Gasbarroni, grande ex del Monza: cosa l’ha affascinata di questo giocatore dalla carriera altalenante?



“L’assoluta anarchia in campo. Poteva essere sia l’assoluto protagonista dell’incontro vincendolo da solo, che l’uomo in meno. Ricordo un Genoa - Milan 2-0 che vinse praticamente da solo.”



Ultimamente è diventato un personaggio pubblico di prim’ordine grazie alla sua storia del “tramezzino”, cosa ne pensa di questa inaspettata popolarità? E’ cambiato qualcosa nella sua vita?



“Non è cambiato nulla nella mia vita. Non sono alla ricerca di successo e di pubblicità. Infatti non è mai stato citato in nessun articolo il nome del mio locale. E’ stata un esperienza di vita.”



In questo momento il calcio sta vivendo un periodo buio a livello di risultati, soprattutto a livello di Nazionale: come pensa che si possa uscire da questa situazione?



"Non se ne può più uscire, ormai il calcio è diventato puro spettacolo come andare a teatro comodi. Il tifo è quasi marginale, non c’è più la vera passione di quando ero piccolo che ho riassaggiato quando siamo retrocessi in serie C dove ho seguito tanto la squadra fino alla finale vinta purtroppo contro il Monza, la squadra della città dove vivo e lavoro.”



Lei è stato a contatto con tantissime generazioni di giovani, ci dica quella che ha amato di piu’?



“La mia forse perchè è quella che ho conosciuto di più e aveva un sogno di cambiamento globale. Spero che la nuova generazione possa fare qualcosa di più delle precedenti.”



Cosa vuol dire alle nuove generazioni, alla futura classe dirigente, perchè faccia bene dove quelle passate hanno fallito?



“E' una domanda molto difficile, se avessi la risposta sarei un mago, ma sono soltanto un barista. Se mi chiede cosa posso fare per risolvere il problema dell’immigrazione ti rispondo che ho assunto dei ragazzi provenienti dalla case di accoglienza. Ognuno in base alle proprie competenze può fare qualcosa e spero che le nuove generazioni ci riescano.”



Gabriele Passoni