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Lo contattiamo a Figline Valdarno, città toscana a mezz’ora da Firenze, dove ha concluso la carriera e si è stabilito con la famiglia. Qualcuno ha scritto che giocatori come lui nel basket sarebbero il “sesto uomo”, il primo cambio di ogni allenatore. Giocatori come Anselmo Robbiati, per tutti Spadino, capaci di “spaccare” una partita. Attaccante all’occorrenza, trequartista e fantasista che ha fatto spesso le fortune della Fiorentina, e soprattutto del Monza.  Brianzolo di Robbiate, classe 1970, col Monza Robbiati gioca 135 partite e segna 20 reti con due promozioni dalla C alla B richiamando l’interesse della Fiorentina che dopo la sciagurata retrocessione, riparte dalla serie B nel 1993/94. Con i viola colleziona 160 presenze e 27 reti, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana, per va al Napoli, e poi ci sono Inter, Ancona, Grosseto, ancora Monza e Como per approdare al Figline di Enrico Chiesa dove appende le scarpette al chiodo. Anselmo, cosa fai oggi oltre che occuparti della scuola calcio del Valdarno? Collaboro con un’agenzia di procura del calcio femminile assieme ad Alberto Malusci, mio ex compagno di squadra ai tempi della Fiorentina, mi occupo di scouting nel settore del calcio femminile. La mia vita è all’insegna del calcio, mi piace troppo ed anche dopo aver smesso di giocare non ho mai smesso di occuparmene. Il momento nella tua carriera che ricordi più volentieri? A Firenze ho vissuto gli anni più belli, una città con tante pressioni e con un bellissimo pubblico. Con i viola ho giocato parecchie stagioni ed ho vinto una coppa Italia e una supercoppa. E’ stato importante anche vestire anche altre maglie, ma come ho già dichiarato in altre interviste, il Monza è la società più importante in quello che è stato il mio percorso calcistico. Non posso dimenticare che mi ha dato la possibilità di crescere nel settore giovanile, valorizzandomi per  poi darmi la possibilità di entrare nel calcio che conta. Hai calcato palcoscenici importanti: il giocatore più forte che ritieni di aver incrociato? Ne ho incontrati tanti, dico Paolo Maldini perché con lui è sempre stata una battaglia: non mollava mai, aggressivo, forte tecnicamente. Come attaccante duellare con lui era sempre arduo. In altri ruoli ce ne sono stati tanti, erano gli  anni novanta, con tanti grandi  giocatori dell’epoca  posso dire che incontrare Baggio, Mancini, Totti, Del Piero è stato motivo di grande soddisfazione. Seguirai certamente ancora il Monza: che idea ti sei fatto? Con Berlusconi e Galliani stiamo sognando ad occhi aperti... Finalmente vedo una società solida. Dopo l’epoca Giambelli ci sono stati molti bassi e pochi alti. Ora vedo continuità e serietà, ma soprattutto voglia di portare il Monza in alto. Conoscendo le persone che hanno fatto grande il Milan credo che possano riuscire nell’impresa di far diventare grande, fatte le debite proporzioni, anche il Monza, facendolo approdare per la prima volta in serie A. Giusto finire così la serie C? Assolutamente, il Monza aveva un margine di vantaggio sulle inseguitrici enorme, quindi è stata una cosa anche logica.  Te lo ricordi il tuo esordio in prima squadra a Monza? Trainini è stato il tuo mentore… Fu Frosio a farmi esordire in prima squadra, Trainini allenava la formazione primavera. Fu in serie C nel 1987/88 (n.d.r. il 3 gennaio 1988 Monza-Rimini 3-0 Robbiati subentrò all’85’ ad Auteri). La soddisfazione più grande fu che all’ultima giornata, in una partita decisiva per quel campionato che vincemmo, fui schierato per la prima volta da titolare (n.d.r. 5 giugno 1988, Derthona-Monza 0-1, in quella stagione Robbiati fu anche protagonista nella vittoria della coppa Italia di serie C). Ed il tuo primo gol in maglia biancorossa ? Ce lo racconti ? Fu due stagioni dopo, in serie B, quando Frosio mi fece giocare 35 partite su 38, ma sinceramente non me lo ricordo, mi devi aiutare perché a queste cose non sto dietro molto… Mi ricordo bene il gol realizzato qualche anno dopo perché fu alla prima giornata contro il Bari con un bel pallonetto  a tempo scaduto (6 settembre 1992, Monza-Bari 1-0). N.d.r. primo gol in campionato al Brianteo contro il Cosenza: siglò al 5’ il gol del vantaggio, alla fine fu  pareggio per 1-1,  era il 12 novembre 1989. Ai fini statistici il primo gol lo realizzò nella lotteria dei calci di rigore che fece seguito al pareggio in coppa Italia il 17 febbraio 1988 a Trento. Chi fra i tuoi ex compagni del Monza ritieni sia stato il il giocatore più forte ? Nell’anno del mio debutto c’era Casiraghi, si vedeva che aveva fame di arrivare, di fare gol, non aveva paura di niente, a Monza ha lasciato un segno indelebile. Poi ricordo con piacere Radice, Serioli, Brambilla, Stroppa, Bolis, Fontanini, Di Biagio e tanti altri. E poi Saini, una grande persona, un esempio per noi ragazzi in una società che credeva molto nella valorizzazione dei giovani e lui è sempre stato di grande aiuto per crescere e darci consigli preziosi. Se lo vedi me lo devi salutare… E, viceversa, quello sul quale avresti scommesso, ma che non ha raggiunto i livelli che avrebbe potuto conseguire? Alessandro Romano aveva grandi potenzialità, un terzino molto forte, con buona corsa. Gli infortuni purtroppo lo hanno bersagliato. La tua è stata un carriera brillante, cosa ti è mancato per sfondare definitivamente? La continuità, il mio fisico esile e la mia muscolatura non esplosiva me l’hanno preclusa. Tuttavia sono contento di quello che ho fatto.  E il tuo credo calcistico, Qual è?… Insomma, la squadra che ti piace di più seguire Gli anni del grande Barcellona sono stati fantastici. Giocatori agili, veloci, tecnicamente fortissimi, senza fisici eccelsi: Messi,Xavi, Iniesta,… E’ il calcio che mi piace vedere: tecnica individuale e di collettivo e con molto talento. Concludiamo con un pronostico, chi vince lo scudetto ? Penso sia una questione fra Juve e Lazio, a meno che non ci siano di mezzo i playoff…  So già che sarà un calcio che non mi piacerà molto vedere. Come in Germania, senza pubblico, sarà senza le emozioni vere a cui siamo abituati, senza motivazioni. Diciamo che l’importante a questo punto è arrivare in fondo. Giulio Artesani