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L'emergenza Coronavirus tiene oramai banco da giorni, avendo creato un momento particolare per tutti gli italiani. Quindi anche per il calcio e per la Serie C. TuttoC.com ne ha parlato in esclusiva con Filippo Scaglia, esperto difensore del Monza, a partire dalla notizia della sospensione dei campionati fino al 3 aprile: "Nessuno se l'aspettava all'inizio, men che meno dopo la partita con l'Arezzo pensavamo si potesse arrivare a questa soluzione. Ma credo sia stata assolutamente la scelta più giusta per garantire la salute di tutti, che viene prima di tutto. Quindi da parte nostra non c'è stata alcuna reazione, semplicemente siamo in accordo con quanto è stato deciso".

Come hai ricordato voi avete giocato l'ultima gara il 22 febbraio contro l'Arezzo e poi avete vissuto i rinvii delle vostre avversarie lombarde ed infine il rinvio dell'intero girone A e B. C'era preoccupazione prima di questa decisione definitiva?
"Prima non c'era alcun tipo di preoccupazione, non c'erano casi nel mondo del calcio. Le autorità hanno poi valutato tutto ciò che c'era da valutare: se ci era stato dato l'ok, era perché c'era la possibilità di giocare, mentre dopo tutto ciò non era più possibile".

Dal momento invece che colleghi di altre squadre sono risultati positivi, il timore del contagio si è fatto strada in voi? Come l'avete gestito?
"Sicuramente il timore del contagio è balenato nella testa di tutti, appena si è saputo che c'erano dei positivi proprio nel nostro girone, tra l'altro in una squadra che avremmo dovuto affrontare di lì a poco (la Pianese, ndr). Abbiamo iniziato a toccare con mano che questo virus avrebbe potuto colpire chiunque e che nessuno ne sarebbe stato immune e quindi il timore è aumentato".

Cosa vi siete detti nello spogliatoio?
"Tra di noi non ci siamo detti nulla di importante, fondamentalmente abbiamo continuato ad allenarci avendo la fortuna di un centro sportivo che ci permette di rispettare tutte le regole del Dcpm, quindi il mantenere la distanza e il poter avere spogliatoi diversi. Per questo va un plauso alla società che ci ha permesso di svolgere il nostro lavoro nella massima sicurezza fino a pochi giorni fa".

Con gli allenamenti sospesi come vi siete organizzati? State seguendo dei percorsi individuali da casa?
"Siamo tutti a casa, ci alleniamo per quanto riusciamo. Abbiamo a disposizione un programma dato dalla società e lo stiamo seguendo. Magari al posto dei pesi usiamo le bottiglie dell'acqua (sorride, ndr), ma un modo lo troviamo sempre. Chiaramente non è la stessa cosa, ma l'importante è continuare ad allenarsi: c'è la speranza che possa riprendere il campionato non possiamo farci trovare impreparati o con un mese di stop alle spalle".

Hai parlato della vostra speranza di riprendere: che sentimenti provate riguardo al futuro del campionato?
"In questo momento non è un argomento che interessa più di tanto, ci sono organi preposti a prendere le migliori decisioni in merito. Siamo ad un punto in cui ci sono situazioni di classifica delineate ed altre no. Immagino che siano decisioni complicate, ma è prematuro parlarne. Bisogna pensare soprattutto alla salute degli italiani, senza guardare al proprio orticello, quindi a noi o alle squadre di altre categorie".

A oggi dovreste tornare in campo dopo il 3 aprile, con che spirito lo fareste dopo così tanto tempo fermi?
"Se torneremo in campo, lo faremo con lo spirito di quando abbiamo smesso. Nella nostra testa sappiamo quale è l'obiettivo e quanto abbiamo lavorato fino ad oggi per essere dove siamo oggi, col vantaggio che ci siamo creati in questi mesi. Se torneremo, lo faremo per dare l'ultimo colpo di coda al campionato e cercare di chiuderlo il prima possibile. Anche se sarà una situazione strana, visto che sarà più di un mese che non giochiamo. Gli obiettivi e la testa non cambiano, sappiamo dove dobbiamo arrivare".

C'è un messaggio che ti senti di mandare ai tifosi?
"Dico che dobbiamo restare uniti in questo momento, al di là di quello che succederà, sia se ci ritroveremo ancora allo stadio sia in caso contrario. Siamo arrivati a questo punto grazie a loro e posso solo ringraziarli per quanto fatto fino ad oggi. Spero di rivederli presto, magari per festeggiare tutti insieme. A questa società la Serie B manca da troppi anni: eravamo lì vicini per fare festa e magari qualcuno ora penserà che siamo sfortunati per quello che è successo, ma non sono pensieri che devono esistere. Forza Monza: restiamo tutti uniti, ma uniti a casa, aiutandoci tutti insieme".