Regione Lombardia finanzierà la ristrutturazione dell’Autodromo di Monza: finalmente buone notizie per il tracciato brianzolo che, grazie alla scelta del Consiglio Regionale Lombardo avrà a disposizione il famoso “budget” invocato dal Presidente di ACI Angelo Sticchi Damiani, per consentire di svolgere quella serie di lavori di sistemazione e di ammodernamento che l’Autodromo Nazionale ha assoluta necessità.
Lavori destinati alla sistemazione del tracciato, alla messa in sicurezza di alcune zone della pista e non, alla creazione di nuove vie di accesso, soprattutto pedonali, in primis; ma anche rifacimento delle infrastrutture, partendo dalla vecchia rimessa e dalle tribune, per arrivare all’area destinata all’ospitalità fino alla ristrutturazione dell’anello di alta velocità, uno dei simboli del tracciato monzese che, ricordiamolo, è il quarto autodromo permanente più antico al mondo e compirà proprio 100 anni in questo 2022. Se c’era però voluti solo 100 giorni per costruirlo, nel lontano 1922, ora ce ne vorranno molti di più per rifargli il look. Le gare di appalto per i lavori da realizzare avranno il semaforo verde per le procedure di assegnazione degli appalti nell’autunno del 2022. L’obiettivo è quello di terminare i lavori relativi al solo circuito per la primavera del 2023, mentre le tempistiche per infrastrutture, riqualificazione energetica, ripristino dell’anello di alta velocità ci vorrà molto più tempo.
Le parole del vicecapogruppo della Lega in Regione Lombardia, Andrea Monti, manifestano tutta la sua soddisfazione: “I cento milioni di euro stanziati da Regione Lombardia per l’Autodromo di Monza a mio parere devono rappresentare un punto di partenza, non di arrivo, per restare competitivi nel mondo della Formula 1. Stiamo parlando di un patrimonio lombardo che è un marchio internazionale, che abbiamo il dovere di salvaguardare. Voglio ricordare che l’indotto del Gran Premio del 2019, che a causa della pandemia si svolse a porte chiuse, fu di 120 milioni di euro. Per il 2022 ci aspettiamo introiti ancora maggiori, con ricadute importanti per la prevista grande affluenza di pubblico, come dimostra l’aumentata vendita di biglietti”.
“Come consigliere brianzolo – ha proseguito Monti – la mia prima preoccupazione è preservare questo nostro patrimonio lombardo, valorizzandolo per le enormi potenzialità che ha. In molti, nel mondo, fanno a gara per organizzare un campionato mondiale di Formula 1. A Monza abbiamo la fortuna di avere ogni anno un evento che ha un blasone internazionale. È assurdo, come fanno i grillini, discutere della convenienza o meno dell’organizzarlo. Le ricadute non sono solo per ACI, ma per tutto il territorio, con imprese che lavorano, nuove assunzioni, alberghi e ristoranti pieni. In un momento come questo, dopo due anni di crisi e chiusure prima per colpa della pandemia e poi per le conseguenze della guerra, avere la fortuna di tornare a vivere da un punto di vista economico grazie al Gran Premio è un’occasione che non va nemmeno messa in discussione”.
La polemica con il Movimento 5 Stelle
Ed è polemica con il Movimento 5 Stelle, che, attraverso il Consigliere Regionale Marco Fumagalli, ha manifestato il proprio dissenso: “Apprendiamo dal suo Presidente la notizia che, nemmeno a fronte dei cento milioni di risorse pubbliche stanziate, ACI sarà in grado di coprire i 42,5 milioni di euro di perdite cumulate attraverso gli eventi organizzati a partire dal 2017, fra i quali il Gran Premio d’Italia. Ammesso che, ma si dovrebbe documentare oggettivamente l’affermazione, questi eventi abbiano generato un indotto maggiore per l’economia brianzola e lombarda, resta sempre valido il principio che i guadagni sono privati, mentre i debiti pubblici. Una regola che il centrodestra lombardo persegue dall’inizio della legislatura. Analogo, ad esempio, il caso Pedemontana. Per quanto riguarda l’organizzazione del Gran Premio d’Italia di Formula 1 non si capisce perché il tessuto economico e imprenditoriale non debba farsi carico, almeno in parte, di questo evento, esonerando in tal modo ACI che lo avverte come un fardello e conferma evidenti difficoltà legate alla gestione delle risorse. In questo modo, chi beneficia di profitti avrebbe anche l’onere di partecipare all’investimento. Così facendo si risparmierebbero ingenti risorse pubbliche, che Regione potrebbe investire laddove c’è più bisogno come, ad esempio, in sanità”.