Francesco Coco, quelle frasi su Silvio Berlusconi e la carriera rossonera
Da Capello al ciuffo tolto da Berlusconi, i ricordi di un terzino

Coco ha aperto il suo racconto sottolineando il forte legame con le sue origini siciliane, che definisce la sua “radice solida”. Tuttavia, è Milano ad aver plasmato la sua vita e carriera. Arrivato in città da giovanissimo, ha frequentato il collegio e percorso tutte le tappe delle giovanili del Milan, sviluppando un senso di appartenenza profondo. “Milano mi ha dato tantissimo,” ha dichiarato, descrivendosi come un milanese d’adozione che porta con sé l’orgoglio delle sue origini. La sua carriera, per l’85% legata al capoluogo lombardo, è iniziata proprio con la maglia rossonera, un’esperienza che considera indimenticabile.
L’esordio al Milan: un sogno dedicato da Baresi

L’esordio in Serie A con il Milan, il 27 agosto 1995, è stato per Coco un momento paragonabile al primo amore. A soli 18 anni, si è trovato catapultato in una delle squadre più forti della storia, erede del leggendario Milan di Arrigo Sacchi e guidato da Fabio Capello. L’occasione è arrivata inaspettatamente, a causa di un infortunio di Paolo Maldini durante un impegno in Nazionale. Capello, con una decisione a sorpresa, ha comunicato a Coco che avrebbe giocato la domenica successiva contro il Padova. “Non andai in bagno, non dormii neanche 20 minuti!” ha ricordato ridendo. La partita si è conclusa con una vittoria per 2-1, e il gol decisivo di Franco Baresi, l’ultimo della sua carriera, è stato dedicato proprio al giovane esordiente, un gesto che Coco porta ancora nel cuore.
Gli aneddoti su Capello e Berlusconi: risate e lezioni
Tra i momenti più divertenti del racconto, Coco ha svelato due episodi legati a Fabio Capello e Silvio Berlusconi, figure centrali nella sua esperienza milanista. Capello, allora allenatore del Milan, non credeva nelle sue potenzialità come calciatore e, con il suo tipico stile diretto, gli disse: “Se diventi calciatore io mi taglio le palle.” Coco ha riso nel ricordare la frase, che si è rivelata una previsione sbagliata vista la sua carriera. Ancora più curioso è l’aneddoto su Berlusconi, allora presidente del Milan, che intervenne personalmente sul look del giovane terzino. “Berlusconi mi tolse il ciuffo,” ha raccontato Coco, descrivendo come il patron rossonero, con il suo carisma, lo convinse a cambiare pettinatura per adattarsi all’immagine della squadra. Questi episodi, tra il serio e il faceto, sottolineano il rapporto unico tra Coco e due icone del calcio italiano.
Il rammarico del Mondiale 2002
Nonostante i toni leggeri, Coco non ha mancato di toccare un episodio doloroso della sua carriera: il Mondiale 2002 in Corea e Giappone. L’eliminazione dell’Italia agli ottavi di finale contro la Corea del Sud, segnata dall’arbitraggio di Byron Moreno, rimane una ferita aperta. Le decisioni controverse dell’arbitro hanno alimentato polemiche per anni, e Coco ha condiviso la frustrazione di quell’esperienza, che ha interrotto bruscamente il sogno azzurro.