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Notti come quelle di sabato vorresti che non finissero mai, certi momenti si attaccano al cuore e faticano ad andare via. Nella serata milanese il Monza si regala una delle vittorie più belle della stagione, se non la più bella. E’ vero, c’è stata anche quella di Torino contro la Juventus, ma San Siro è tutta un’altra cosa, non ce ne vogliano i bianconeri. 

Guardia alta

Il Monza scende in campo con il 3-4-2-1 classico, ma con qualche ritocco rispetto a Udine. Ancora fuori Petagna, al suo posto questa volta gioca Dany Mota e non Valoti. Cambio anche in difesa, con Caldirola che sostituisce Antov. Il canovaccio tattico è chiaro fin da subito, il Monza di Palladino cerca di difendersi gestendo il pallone. Mossa utilizzata spesso dai biancorossi, soprattutto quando la pressione degli avversari non è così forte. Con l’assenza di un vero numero nove, o comunque di un giocatore fisico in avanti, si capisce subito che la palla lunga è l’ultima opzione nella mente di Palladino. I biancorossi sono attenti nel gestire il pallone e lo sono ancora di più nel ripiegare quando perdono il possesso. Avere dei buoni interpreti nel palleggio permette ai giocatori di trovare quasi sempre una soluzione in fase di uscita. L’Inter parte forte ma l’inerzia dura poco, i ritmi si abbassano, l’unico pericolo da segnalare è un tiro di Correa che chiama Di Gregorio a mettere una pezza. 

Rapide ripartenze 

Il secondo tempo, per forza di cose, vede aumentare il ritmo, soprattutto nei padroni di casa che cercano, e devono, trovare la rete del vantaggio. Il Monza si scompone solamente in due casi: il primo quando una palla di Mkhitaryan trova in area Acerbi, cross al centro e Lukaku da pochi metri colpisce di testa. La reattività del portiere biancorosso è ottima, nonostante il tiro centrale, si trattava infatti di una parata complicata, in controtempo. L’altro brivido che percorre la schiena dei 3300 brianzoli nel settore ospiti è quando Pessina, ricevuta palla al limite dell’area, se la fa scippare dal 22 neroazzurro. Lukaku si ritrova ben posizionato dai 16 metri ma spedisce alto, anche se di poco. I biancorossi si scuotono e in una ripartenza, dove l’Inter ha reclamato un fallo di Machin su Barella, verticalizzano bene. Il guineano, entrato al posto di Rovella, trova con i tempi giusto Pessina che conduce palla fino ai 20 metri. Il capitano scarica per Dany Mota che da posizione simile a quella di Lukaku trova lo stesso risultato. Palla fuori di poco e la San Siro respira. Quattordici minuti dopo, a sorpresa, ma non troppo, il Monza pesca il vantaggio da palla inattiva. La squadra di Inzaghi marca a zona, Caldirola ringrazia e di testa segna l’1 a 0. Un errore di attenzione evidente quello della difesa nerazzurra che perde uno dei pochi giocatori veramente pericolosi su palla inattiva.