MFE verso il Portogallo: Pier Silvio Berlusconi tratta l’acquisto di Impresa
Trattativa esclusiva tra MFE e il gruppo portoghese Impresa: Berlusconi punta a un network televisivo paneuropeo per sfidare Netflix e i colossi pubblici.

Secondo il comunicato diffuso alla Borsa di Lisbona, Impresa “è stata informata dal suo azionista di maggioranza di essere in contatto, in esclusiva, con MFE–MediaForEurope per valutare potenziali operazioni societarie volte all’acquisizione di una partecipazione rilevante nel capitale del gruppo”.
Non c’è ancora un accordo vincolante, ma la trattativa è entrata nella fase cruciale. Le prime indiscrezioni risalgono alla scorsa primavera: MFE, dopo Spagna e Germania, avrebbe scelto il Portogallo come nuovo tassello del suo progetto di rete televisiva paneuropea.
Impresa: nove canali, giornali e mille dipendenti
Fondata nel 1972 da Francisco Pinto Balsemão, figura storica del giornalismo lusitano e già primo ministro, Impresa è un pilastro del sistema mediatico portoghese.
Controlla SIC, la principale rete privata nazionale, con un canale generalista e diverse emittenti tematiche — SIC Notícias, SIC Mulher, SIC Radical, SIC K — oltre a una piattaforma digitale in forte crescita.
Il gruppo include anche testate storiche come Expresso (fondato nel 1973) e varie pubblicazioni online e cartacee.
Un portafoglio perfettamente in linea con la visione multimedia integrata che Pier Silvio Berlusconi ha impresso a MFE: televisione, informazione e intrattenimento on demand sotto un’unica regia industriale.
La strategia: un asse europeo dell’informazione privata
Con Italia, Spagna e Germania già consolidate, il Portogallo completerebbe l’asse Sud-Ovest europeo del gruppo di Cologno Monzese.
L’obiettivo è creare un network di emittenti generaliste indipendenti, capaci di condividere contenuti, pubblicità, tecnologie e strategie digitali.
Un sogno che fu già di Silvio Berlusconi negli anni Ottanta, con la sua idea di “rete europea della libertà”, e che oggi il figlio sta traducendo in realtà industriale.
Non a caso, MFE ha sempre preferito partnership azionarie flessibili: mantenere l’autonomia locale dei media, ma con una visione comune a livello europeo.
Cosa prevede la trattativa
Al momento, non sono stati diffusi dettagli finanziari. Tuttavia, secondo analisti del settore, MFE potrebbe puntare a una partecipazione tra il 30 e il 40%, lasciando al management locale la gestione operativa, ma integrando pubblicità e contenuti editoriali.
Il modello sarebbe simile a quello già adottato con successo in Spagna (Telecinco e Cuatro) e in Germania (ProSiebenSat.1), dove Mediaset ha progressivamente acquisito peso nel board e influenza sulle scelte strategiche.
Le incognite: regolatori e mercato pubblicitario
L’eventuale ingresso di MFE in Impresa sarà esaminato dall’Autorità per la comunicazione portoghese (ERC) e dall’Antitrust, per verificare i rischi di concentrazione e l’impatto sul pluralismo.
Il mercato televisivo portoghese, come in molti Paesi europei, è in fase di contrazione pubblicitaria e sotto pressione per la crescita delle piattaforme streaming.
Proprio per questo, l’arrivo di un partner internazionale viene visto da molti come un’opportunità di rilancio, in grado di garantire risorse e know-how tecnologico.
MFE: meno algoritmi, più contenuti locali

Pier Silvio Berlusconi ha scelto di non fondere MFE con altri gruppi italiani, ma di consolidarla come rete europea di contenuti locali.
“Non vogliamo imitare i giganti americani – ha dichiarato in passato – ma costruire un modello europeo basato sulla lingua, sulla cultura e sul legame con i territori”.
Una filosofia che contrappone al dominio degli algoritmi lo storytelling dei Paesi e la prossimità culturale con il pubblico.
Un’Europa dell’audience: da Cologno a Lisbona
Se l’accordo andasse in porto, MFE unirebbe sotto un’unica visione Italia, Spagna, Germania e Portogallo, creando un quadrilatero editoriale unico nel continente.
Una mossa che aumenterebbe il potere contrattuale del gruppo sui mercati pubblicitari e la capacità di produrre format comuni per la televisione e lo streaming.
A Cologno Monzese si respira ottimismo: l’annuncio dei colloqui ha già spinto al rialzo i titoli di Impresa a Lisbona e ha rafforzato la percezione internazionale di MFE come player europeo in piena espansione.
Da Mediaset a MFE: un cambio di era
Per la prima volta nella sua storia, il gruppo di Berlusconi non guarda più solo all’Italia.
L’era della Mediaset “nazionale” può dirsi conclusa: inizia quella di MFE, una media company europea, che parla quattro lingue, presidia tre mercati e prepara il quarto.
La scommessa è chiara: unire i media europei prima che siano le piattaforme globali a farlo.