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Il calore dell’estate politica accende anche la Brianza. Le polemiche tra Roma e Milano tornano a concentrarsi sul cuore della Lombardia, e questa volta Monza è protagonista assoluta. Il motivo? Il prolungamento della linea metropolitana M5 fino a Monza, da tempo promesso ma ancora lontano dall’essere realtà.

Nel mezzo, una battaglia di numeri, accuse e incontri istituzionali che rischia di trasformare un progetto di mobilità fondamentale in un campo di scontro ideologico. E, come spesso accade, il conto lo pagano i cittadini.

Il confronto tra il sindaco di Milano Beppe Sala e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si è acceso nei giorni scorsi e promette scintille anche nei prossimi, in vista di un faccia a faccia decisivo a Roma.


Metropolitana Monza Milano: sfida a distanza tra Salvini e Sala

Tutto è iniziato con un’affermazione pungente di Beppe Sala, che durante un evento del Partito Democratico ha puntato il dito contro la classe politica nazionale: “Colpevoli di non aver fatto un tubo per questa città”. Le parole hanno fatto rumore, soprattutto perché pronunciate a ridosso di un appuntamento cruciale: giovedì 26 giugno, infatti, al ministero si riuniranno i sindaci delle città coinvolte (Milano, Monza, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo) insieme al presidente della Lombardia Attilio Fontana, convocati da Salvini per discutere del futuro della metropolitana M5.

Ma più che una riunione tecnica, si preannuncia un confronto politico acceso, dove le divergenze sul tema degli investimenti pubblici e del residuo fiscale torneranno al centro del dibattito.

Residuo fiscale e investimenti: Monza paga, ma riceve?

Tra i temi sollevati da Sala c’è anche una questione che Monza conosce bene: il residuo fiscale, ovvero la differenza tra quanto un territorio versa allo Stato e quanto riceve in cambio. L’ultimo dato certo per la Brianza risale al 2015, quando venne calcolato che ogni monzese pagava 11mila euro in più di quanto ricevesse in servizi e opere pubbliche.

Un dato che oggi torna attuale, mentre le istituzioni locali chiedono con forza che Monza ottenga risorse vere, e non solo promesse, per sostenere la crescita della città e il miglioramento della mobilità interurbana.

M5 a Monza: tra numeri e accuse reciproche

Il ministro Matteo Salvini, dal canto suo, ha risposto con una raffica di cifre: oltre 900 milioni di euro per la M5, 715 milioni per opere pubbliche, 4 miliardi per ferrovie e altri 160 milioni per i Pinqua (finanziati però dal Pnrr, non dal governo). Numeri impressionanti che però, secondo Sala, non tengono conto di quanto Milano e l’hinterland versano ogni anno a Roma. “Ogni anno – ha scritto Sala – partono da qui 20 miliardi di euro e tornano indietro solo 0,5”.

metro monza

In mezzo, un’infinita serie di botta e risposta che sta facendo passare in secondo piano l’interesse concreto dei cittadini: una linea metropolitana che dovrebbe alleggerire il traffico, collegare più velocemente Milano e Monza, e cambiare il volto del nord della città.

Incontro decisivo il 26 giugno: attesa per le scelte del governo

Ora l’appuntamento del 26 giugno si fa sempre più carico di aspettative. Sarà presente anche Beppe Sala, che ha confermato la sua disponibilità nonostante le tensioni con Salvini. Il nodo da sciogliere resta quello delle risorse mancanti, quasi 600 milioni in più per portare a termine il progetto.

Da quell’incontro dipenderà molto: se prevarrà la politica o il bene del territorio, se prevarranno le promesse o i cantieri veri. I cittadini di Monza, da anni in attesa, osservano. E sperano.


Lunedì torna Monza una città da serie A

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