Immunità Ilaria Salis, ora l'eurodeputata brianzola trema davvero: ecco il motivo
La commissione JURI dell’Europarlamento pronta a toglierle l’immunità: l’ombra del processo in Ungheria si allunga su Salis, che parla di persecuzione politica

La commissione Affari Giuridici si è riunita nuovamente per discutere la richiesta di revoca dell’immunità avanzata da Budapest. Durante la seduta, sono state analizzate le risposte inviate dal procuratore ungherese in merito al caso. Al termine del confronto, il relatore Adrián Vázquez Lázara, esponente del Partito Popolare Europeo, ha comunicato la sua volontà di chiedere la revoca dell’immunità, sostenendo che non vi siano “gli estremi” per una protezione dell’europarlamentare. A pesare sulla valutazione, anche il fatto che i reati contestati risalgano a un periodo precedente all’elezione di Salis a Bruxelles.
Il post di Salis: ‘Sotto attacco per le mie denunce’
La diretta interessata ha affidato la sua replica a un post sui social, dai toni netti e accorati:
L’Europa deve scegliere da che parte stare
Secondo alcune testate, il relatore del mio caso in Commissione Affari Giuridici avrebbe manifestato l’intenzione di accogliere la richiesta ungherese di revoca della mia immunità parlamentare.
Se così fosse, verrei esposta a una persecuzione politica certa e spietata.
Rischierei di tornare in fondo a quel maledetto pozzo in cui, per mesi, sono stata rinchiusa ingiustamente, in violazione dei più basilari diritti fondamentali.
Una persecuzione tanto più accanita oggi, dopo mesi in cui ho esercitato il mio mandato di eurodeputata senza mai arretrare nella denuncia del regime di Orbán.
L’autocrate della cosiddetta “democrazia illiberale” non ha mai cercato giustizia, ma vendetta. Oggi più che mai.
In Ungheria, il processo nei miei confronti ha già una sentenza scritta: nel disprezzo della presunzione d’innocenza, il governo ha più volte anticipato l’esito giudiziario, dichiarando pubblicamente che sarei una “criminale”, una “terrorista”, e che merito una condanna esemplare.
Le udienze sarebbero una farsa – ancora più farsesca delle precedenti – pesantemente condizionata dal potere politico.
Che in Ungheria l’indipendenza della magistratura non sia garantita è un fatto noto e documentato, come dimostra anche l’attivazione dell’articolo 7.1 da parte dell’Unione Europea, per il rischio evidente di gravi violazioni dei valori fondamentali.
I colleghi che saranno chiamati a votare sulla mia immunità, prima in Commissione e poi in Plenaria, decideranno anche del futuro dell’Europa.
Dovranno scegliere da che parte stare – e assumersene tutta la responsabilità, morale e politica: con lo Stato di diritto e la democrazia, o con il regime illiberale di Orbán, che con il suo gruppo dei “Patrioti” punta a imprimere una torsione nazionalista e autoritaria all’intero continente.
Verso un voto politico e simbolico
La decisione finale spetterà prima alla Commissione e poi alla Plenaria dell’Europarlamento. Un passaggio che, al di là del profilo tecnico-giuridico, avrà un forte valore politico: in gioco non c’è solo la sorte giudiziaria di Salis, ma anche la credibilità dell’Unione Europea nel difendere i principi dello Stato di diritto.

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