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Il saluto del Monza ai propri tifosi - Foto: AC Monza

"Il calcio è straordinario proprio perché non è mai fatto di sole pedate. Chi ne delira va compreso, non compatito; e va magari invidiato, non deriso. Il calcio è davvero il gioco più bello del mondo per noi che abbiamo giocato, giochiamo e vediamo giocare”.

Le parole di Gianni Brera sono pura narrativa, patrimonio olistico senza tempo, una chiave di lettura per analizzare le situazioni del passato e del presente. 

Basterebbe osservare l'ultima tappa a Torino del campionato biancorosso per capire quanto il calcio vada al di là dei semplici gesti, del contatto con pallone o gli avversari. Il calcio vive di passione, di emozioni struggenti e di storie, come quelle bellissime di Michele Di Gregorio, premiato miglior portiere della Serie A 2023/24 (inspiegabilmente non convocato in Nazionale!) e Matteo Pessina, capitano e figlio di Monza alle 100 presenze in maglia brianzola. 

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Il capitano Matteo Pessina alla 100^ presenza col Monza - Foto: AC Monza

Prima Uomo, poi DiGre

A rendere magico lo sport sono i tifosi, dodicesimo uomo in campo, sempre pronti a sostenere i giocatori e a incitarli, punto fermo e cardine di ogni squadra, nel bene o nel male. 

La fotografia più toccante di Juventus-Monza è il saluto finale del popolo biancorosso al suo grande portiere, l'Uomo DiGre, professionista esemplare e top player straordinario, prossimo al grande salto nella prima squadra che il Monza ha battuto in Serie A. Un tributo commovente a un calciatore che, con rispetto e orgoglio, ha dato tutto per la casacca, entrando indelebilmente nel cuore della gente. 

Riavvolgendo il nastro, la gara dell'Allianz Stadium ha offerto nel complesso 90 minuti vivaci e divertenti, consegnando 3 punti ai bianconeri e zero ai brianzoli. 

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Il toccante saluto di Michele Di Gregorio ai tifosi del Monza - Foto: Roberto Gomarasca

Pressing alto, squadre corte e duelli a uomo

Alla sua seconda in A, Paolo Montero opta per un 3-4-3 schierando il tridente in attacco, con Chiesa e Yildiz dietro a Milik. Nel mezzo spazio alla coppia inedita formata da Fagioli e Alcaraz, con Weah e Illing Jr. sulle corsie esterne. In difesa torna Alex Sandro, all'ultima apparizione in maglia bianconera.

Palladino risponde con un modulo speculare, il 3-4-2-1, con Sorrentino tra i pali, Gagliardini e Pessina in mediana, Valentin Carboni e Colpani alle spalle di Dany Mota.

Il Monza approccia il match con personalità: squadra compatta, reparti stretti, accortezza nelle due fasi e nelle transizioni, pressing alto a insidiare i difensori avversari. Il primo squillo arriva al 9' con il colpo di testa di D'Ambrosio, su punizione di Colpani, a testare i riflessi di Perin

Al 17' è Fagioli a sfiorare il vantaggio: Illing Jr. recupera palla e avvia la transizione del 21 bianconero, che dal limite dell'area conclude di mezzo interno e scheggia la parte alta della traversa.

L'intensità globale della partita tende a frammentare il gioco, con duelli e seconde palle che, inevitabilmente, condizionano la continuità delle rispettive manovre. Nei primi 20 minuti la squadra di Palladino tiene il campo con ordine e va uomo contro uomo, poi la Juventus aumenta il forcing e sblocca l'incontro. Al 26' Alcaraz trova un corridoio utile e verticalizza per Milik, puntando dritto l'area di rigore, con Gagliardini a seguire il suo movimento. Izzo e Pablo Marì escono dalla linea difensiva per tallonare Yidliz e Milik, con la Juventus che ruota pedine e posizioni per disorientare gli avversari. L'avanzata di Rugani costringe Valentin Carboni a ripiegare centralmente, favorendo il taglio da destra a sinistra di Chiesa letto puntualmente dal 17 bianconero. L'imbucata dell'ex Fiorentina è decisiva: 1 contro 1 con D'Ambrosio, dribbling (viziato da un rimpallo) a creare lo spazio e ad apparecchiare il tiro di sinistro a incrociare. Sorrentino trafitto e 1-0 dei padroni di casa.

Nel giro di 120 secondi la Juventus mette in ginocchio il Monza con il go del raddoppio firmato da Alex Sandro. Da situazione di corner il brasiliano anticipa in area Mota e di testa manda il pallone in rete.

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Il taglio da destra a sinistra di Chiesa nell'occasione dell'1-0 della Juve - Foto: DAZN

Reazione Monza, occasioni Juve

Nella ripresa il Monza prova a reagire. Palladino toglie Colpani e l'infortunato Gagliardini per Djuric e Bondo, due pedine fondamentali per il gioco dei brianzoli. L'attaccante bosniaco è il riferimento alto, lavora di sponda e contribuisce allo sviluppo della manovra; il centrocampista francese detta tempi e ritmo, garantisce fisicità e tecnica, interdizione e inserimenti. 

Al 51' i biancorossi sfiorano il gol con Birindelli, il cui tiro in area è neutralizzato sulla linea da Pinsoglio
Dopo la doppia occasione di Chiesa (palo e tiro respinto) e la parata di Sorrentino su Yildiz, la squadra di Palladino non si arrende e tenta di riaprire la gara. Al 74' Kyriakopoulos prende il posto di Pedro Pereira e un minuto dopo il Monza confeziona una palla gol enorme. D'Ambrosio pulisce una seconda palla e dà il via ad un triangolo stretto tra il greco e Bondo che manda fuori causa gli avversari. Il 77 biancorosso prende l'iniziativa e allarga per Mota, creando un potenziale 2 contro 2 al centro dell'area. Djuric prende le misure a Djalo, sfrutta il cross morbido del portoghese e, a botta sicura, impatta di testa la sfera. Ancora una volta è Pinsoglio a negare la rete ai brianzoli con una super parata da distanza ravvicinata.

Nel finale l'arbitro Ferreri Caputi espelle Zerbin, subentrato al 65' a Birindelli, per somma di ammonizioni e nel recupero, dopo l'on field review, non assegna il rigore al Monza (contatto Mota-Weah) ma punizione alla Juventus per un fallo di mano antecedente di Pessina

Al triplice fischio Juventus-Monza termina 2-0.

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Il suggerimento di Kyriakopoulos per Mota e l'occasione creata dal Monza, con il colpo di testa di Djuric respinto da Pinsoglio - Foto: DAZN

The Last Dance e un nuovo campionato in A

“Il destino mescola le carte e noi giochiamo” diceva Arthur Schopenhauer

Monza-Juve e Juve-Monza: dal 18 settembre 2022 al 25 maggio 2023 il cerchio si chiude. 
La fine di un biennio in cui “La Ruota delle meraviglie” di alleniana memoria ha illuminato la Brianza e il calcio provinciale, con la scelta vincente di Galliani e Berlusconi: Raffaele Palladino. 
Dalle giovanili alla prima squadra, l'approdo del tecnico di Mugnano di Napoli al timone del Monza coincide con la prima vittoria assoluta dei biancorossi in A (1-0 Gytkjaer contro la Juventus all'U-Power Stadium) e la prima in panchina da esordiente in massima serie per Palladino.

Due destini che si uniscono, come cantavano i Tiromancino, stretti in un istante solo. Dalla Juve, club che ha lanciato il giovane Raffaele da calciatore e lo ha formato come uomo, al Monza, società che lo ha reso Palladino e lo ha consacrato nel palcoscenico italiano più importante, portandolo a diventare uno dei migliori allenatori in circolazione.

Juventus-Monza è una sorta di Sliding Doors per Palladino, un incrocio di traiettorie e linee temporali che si accavallano e sovrappongono come nell’omonimo film di Peter Howitt.

96 punti complessivi nella sua gestione, due salvezze conquistante con largo anticipo, senza mai soffrire, evitando le sabbie mobili e le paludi della bassa classifica, e quel sogno europeo sfuggito per un soffio. 

Al netto di un bottino esiguo nelle ultime 9 giornate, con solo 3 punti ottenuti e l'obiettivo “quota 100” in due stagioni sfumato , il Monza completa in meno di 24 mesi un percorso straordinario, ricco di soddisfazioni e meravigliose imprese, di sudore e sacrificio, di gioie e risultati sorprendenti, denso di entusiasmo in campo e fuori.

Una lunga, lunghissima corsa in cui Palladino ha trasmesso al gruppo identità e ambizioni, senso di responsabilità e mentalità, lanciato giovani talenti e alzato il livello del collettivo.

Crescere, imparare e migliorare. Con passione, volontà e lavoro. Senza sosta, in soluzione di continuità. 24 ore su 24, come ammesso dall’allenatore biancorosso nella conferenza stampa della vigilia di Juve-Monza, dove a emergere, ancora una volta, è stato il cuore e il ricordo orgoglioso di quel ragazzo che, da giovanissimo, giocava sui campetti d'asfalto con gli amici e immaginava un futuro radioso. 

Futuro che, tra possibili addii e probabili permanenze, è tutto da scrivere. Futuro che si erge su una certezza: disputare il terzo campionato consecutivo in Serie A, col Capitano Matteo Pessina a guidare i compagni.

Motivo di orgoglio per tutto l'ambiente brianzolo, dal club alla città, con la società già al lavoro per programmare la stagione 2024/25 e la comunicazione di un messaggio importante ai tifosi. Quello di Armando Izzo, beniamino del popolo biancorosso, che al termine della gara ha condiviso su Instagram una foto in cui lancia un guanto di sfida e suona la carica: “Paura di nessuno. Ci vediamo l'anno prossimo per un nuovo grande campionato”.

Perché, come diceva il poeta Robert Browning (e poi Frank Sinatra): “Il meglio deve ancora venire”

A cura di Andrea Rurali

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