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Milan Djuric sigla al Franchi il 4 gol in biancorosso
fiorentina monza 2-1

“Purtroppo noi allenatori siamo soli, sempre, soprattutto quando si perde. Soli di fronte ai giocatori, ai giornalisti, al pubblico”.

È un mestiere complesso quello dell'allenatore. La voce di Arrigo Sacchi fa da eco e riverbera ancora oggi nell'immaginario collettivo. Aggregazione nella vittoria, solitudine nella sconfitta (e talvolta nei pareggi): una legge spietata, come sottolineava Vujadin Boškov ("giocatori vincono, allenatori perdono") che pende sul capo dei trainer come una spada di Damocle, dove l'oggetto preposto a trafiggere il soggetto è rappresentato dai risultati. 

A tal proposito Bill Shankly diceva: “Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d’accordo. Il calcio è molto, molto di più". 
E aveva ragione. Perché il valore di un allenatore non si misura soltanto sulle percentuali di vittorie o sconfitte, ma sulla capacità di trasferire un metodo e un modello funzionale agli atleti. Questione di sensibilità, esattamente come teorizzava Johan Cruijff, aperto a raccontare l'importanza del mestiere e del suo impatto sui team. Un bravo tecnico, infatti, non solo ha il compito di impartire schemi e tattica, ma deve essere un buon insegnante, un istruttore capace di trasmettere i principi di gioco e la consapevolezza ai suoi giocatori di sapere esattamente cosa fare in campo. Un connubio che, unito alla gestione umana del gruppo, definisce il valore di un allenatore e la sua presa sul gruppo.  

Al netto dei risultati, il merito di Raffaele Palladino è quello di aver progettato una macchina che viaggia col pilota automatico, corre lungo il percorso conoscendo bene la strada da percorrere. Esattamente come avvenuto al Monza nel corso della stagione, col passaggio dalla difesa a tre alla difesa quattro e l'attitudine da parte dei calciatori di giocare alla stessa maniera indipendentemente dal tipo di modulo.

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L'allenatore del Monza Raffaele Palladino - Foto: AC Monza

Partenza brianzola, crescita Viola

Reduce dal pareggio casalingo contro la Lazio, il Monza cerca al Franchi quei 3 punti che mancano dallo scorso 16 marzo contro il Cagliari. 
Palladino si affida all'ormai rodato 4-2-3-1, con le conferme nel segmento difensivo di Kyriakopoulos, Marì, Izzo e Birindelli e l'inedito tridente di rifinitura composto da Zerbin, Dany Mota e Colpani, alle spalle del solito commander Djuric.
I Viola rispondono con uno schieramento piazzato e speculare: il 4-2-3-1 o 4-3-3 di Italiano è una costante metodista, con un pressing a uomo orientato verso la zona del pallone e una costruzione della manovra sulle catene laterali.

Nel quadro calcistico del tecnico viola, la strategia offensiva è il mezzo per regolare la tattica difensiva. Ritmo elevato, tanto atletismo, squadra corta e riversamento nella metà campo avversaria con un blocco alto in fase di non possesso. L'obiettivo è restare compatti e spingere gli effettivi a eseguire un pressing collettivo asfissiante, esercitando una pressione sull'uomo e sul pallone con risalite molto audaci. Un meccanismo kloppiano che, se applicato coi tempi giusti, garantisce un buon controllo nel gioco sia in fase di possesso, arretrata e avanzata, sia in fase di non possesso, con riaggressioni immediate ad assicurare una protezione molto alta, incrementando il margine d'errore nella costruzione avversaria dal basso, e un eventuale recupero palla a generare una transizione offensiva vicina alla porta. Calcio ricettivo e impetuoso, allineato alle tendenze moderne e assimilabile alle proposte inglesi, con la vocazione a comandare il gioco predisponendosi a difendere mentre si attacca e ad attaccare mentre si difende.

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Dany Mota - Foto: AC Monza

Azione totale, vantaggio biancorosso

Il Monza impatta la gara con determinazione e coraggio, infittisce la circolazione e sviluppa il gioco spostando il pallone da una parte all'altra del rettangolo verde nel tentativo di creare superiorità numerica e spazi. Il perno tattico è Dany Mota, deputato a portare fuori asse Martinez Quarta e a dialogare coi compagni di reparto per bucare il tappeto difensivo dei viola.
Al 9' i biancorossi sbloccano il match con un'azione da manuale, articolata con pazienza e con un possesso prolungato a coinvolgere tutti gli effettivi.
Mota scende sul cerchio di centrocampo e scarica all'indietro la sfera, con Colpani che si abbassa per dare appoggio a Birindelli e libera la sua zona di competenza. Il 19 biancorosso legge il movimento nello spazio di Mota e lo innesca con un lancio in profondità alle spalle della linea, costringendo Milenkovic, abbinato in marcatura a Djuric, a uscire sul lato debole. Allargato a destra il portoghese ingaggia un 1 contro 1 col centrale viola, lo punta e pennella un cross a giro sul secondo palo per Djuric. Il bosniaco sale in cielo e stacca più un alto di Quarta, rientrato a coprire l'uomo in area, deposita la sfera in rete. 4 gol in maglia biancorossa per il panzer di Tuzla, “Il duro del Road House” a rievocare il film con Patrick Swayze (e il recente remake con Jake Gyllenhaal, disponibile su Prime Video) e  centravanti tutto d'un pezzo che ha rinvigorito il gioco offensivo del Monza, calandosi perfettamente nella parte e portando esperienza in Brianza.  

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Il lancio di Birindelli nello spazio per Mota nell'azione del vantaggio di Djuric - Foto: DAZN

La reazione della Fiorentina e il pareggio di Gonzalez

La squadra di Italiano non ci sta e prende le misure agli ospiti, che fino al 25' concedono poche opportunità ai padroni di casa.
La Fiorentina concentra i suoi sviluppi a sinistra, sulla catena coperta da Kyriakopoulos e Zerbin, con Nico Gonzalez e Barak stretti da una relazione di gioco fitta ed efficace. 
Al 31' il match torna in equilibrio. La formazione di Italiano si riversa nella metà campo avversaria e sviluppa in modo avvolgente, provando la soluzione del pallone tagliato in area sul secondo palo alle spalle di Izzo. Le marcature brianzole si slacciano e consentono a Barak di mettere uno spiovente al centro per Gonzalez. Il 10 viola è scaltro a incunearsi tra Izzo e Birindelli, sfrutta lo stacco a vuoto del 4 biancorosso e l'indecisione del laterale ex Pisa e, di testa, appoggia la sfera con facilità in porta. 

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L'assist di Barak per il colpo di testa vincente di Nico Gonzalez - Foto: DAZN

Pressing e riaggressione Viola

Palladino intuisce la difficoltà arretrata e nella ripresa decide di passare al 3-4-2-1 inserendo Caldirola al posto di Kyriakopoulos. 
Fresca finalista di Conference League, la Fiorentina traduce gli impegni infrasettimanali in Belgio contro il Club Brugge in energie nuove, moltiplicando l'intensità e avanzando il baricentro, con una guida feroce di pressing e riaggressione, flessibilità nell'assetto e scivolamenti a bilanciare i reparti. Quarta è l'ago della bilancia nello scacchiere di Italiano, una sorta di libero in proiezione offensiva, con i suoi sganci centrali a mandare in burn out Dany Mota e creare superiorità. Per evitare pericoli nel mezzo, Palladino comanda una distribuzione laterale del pallone, con la ricerca di un gioco in ampiezza sulle corsie esterne e un maggior coinvolgimento di Zerbin e Colpani negli ultimi 20 metri.

La formazione ospite accusa la carica Viola e nonostante le sostituzioni (Pereira per Birindelli, Akpa Akpro per Mota, D'Ambrosio per Marì) non riesce ad affacciarsi nell'area protetta da Terracciano
Al 78' la Fiorentina mette la freccia e sigla il 2-1. Tutto nasce dalla pressione asfissiante dei viola a togliere tranquillità e lucidità ai difensori del Monza nella costruzione da dietro. La corsa di Gonzalez su D'Ambrosio costringe il 33 biancorosso a rinviare lungo e, di fatto, a consegnare il pallone a metà campo a Barak, che funge da vertice basso in un rombo asimmetrico con Mandragora a sinistra, Beltran frontale e Arthur a destra. Proprio il brasiliano è l'ultimo destinatario del pallone e beneficia di qualche metro per respirare, con Bondo leggermente in ritardo nell'uscita. La rotazione a 180 gradi del play viola sul mediano opposto è provvidenziale: finta a saltare il francese del Monza e conduzione della sfera verso la porta. Al limite dell'area Arthur lascia partire una conclusione precisa che si insacca nell'angolino alla destra di Di Gregorio

Tre minuti più tardi il sussulto di Colpani, con tanto di sombrero in area al difensore viola, non viene capitalizzato a dovere e nemmeno i tentativi successivi consentono ai brianzoli di agguantare il pari. 
Al triplice fischio di Zufferli Fiorentina-Monza termina 2-1.

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Il movimento di Arthur a saltare Bondo nell'azione del 2-1 viola - Fonte: DAZN

Obiettivo 100 punti in due stagioni

La sconfitta del Franchi polverizza matematicamente il sogno europeo del Monza. 3 punti nelle ultime 7 gare non rispecchiano il livello reale delle prestazioni dei biancorossi che, dati gli sforzi prodotto, avrebbero meritato di raccogliere qualcosa in più. Il 2-1 incassato dalla Fiorentina fa scivolare i brianzoli al 12 posto, col Genoa a guadagnare una posizione in graduatoria in virtù della vittoria a Marassi contro il Sassuolo.

In terra toscana il Monza gioca con personalità i primi 20 minuti e poi subisce progressivamente l'iniziativa dei Viola, abbassando troppo il baricentro e faticando a sviluppare la manovra. I brianzoli accusano il forcing della squadra di Italiano, tonica fisicamente e smaltata, inciampando in errori tecnici che tolgono fiducia e affogano l'iniziativa, troppo rinunciataria e vaporosa dalla metà campo a salire.

Un match in cui il Monza, come dichiarato da Palladino, poteva fare di più e sviluppare meglio le situazioni di gioco, in particolare nel secondo tempo. 
Il ritorno in Brianza a mani vuote (accompagnato dalla solita processione di critiche ingenerose sui social, come evidenzia Paolo Corbetta nel suo editoriale) lascia un pizzico di amarezza e spegne definitivamente le speranze di raggiungere quell'ottavo posto che avrebbe fornito il ticket d'accesso per la Conference League. Che non mai stato un obiettivo - è doveroso ricordarlo - ma un dolce desiderio, un'aspirazione che, a salvezza raggiunta e con qualche passo falso delle dirette concorrenti, è rimasta vivo fino alla partita di Firenze. 

E ora, tanto per citare il titolo di un film con Robin Williams, “Al di là dei sogni” (europei) cosa resta? La certezza di disporre di una squadra vera, che il prossimo anno giocherà il suo terzo campionato in Serie A e potrà ancora incrementare il suo potenziale. Un gruppo unito con un'identità chiara e una mentalità solida, con senso di appartenenza e spirito competitivo. Un team che è cresciuto insieme a Raffaele Palladino, tecnico verticale con grandi ambizioni e la voglia di migliorare sempre, giorno dopo giorno, migliorando di conseguenza i propri giocatori attraverso le idee e il lavoro. 

Il traguardo da raggiungere è quota 100 punti in due stagioni. Una meta che dista soltanto tre lunghezze e la possibilità di abbracciarla già a partire dalla sfida dell'U-Power Stadium del 19 maggio alle 15 contro un Frosinone in piena lotta salvezza, “l'ultima danza” interna per il Monza in questo campionato. Una gara da onorare al meglio per ritrovare quella vittoria che manca da due mesi e regalare al proprio pubblico una domenica di festa.

A cura di Andrea Rurali