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La brutta copia rappresenta l’ultimo film prodotto dalla Cecchi Gori Group prima del suo fallimento, ma la sua distribuzione è avvenuta con un ritardo di dieci anni, quasi in segreto. Il motivo di questo blocco risiede nel contenuto di uno dei tre episodi che compongono il film, in cui Silvio Berlusconi è ritratto come un’intelligenza aliena capace di controllare le menti. All’epoca, Vittorio Cecchi Gori, produttore del film, aveva stretti legami d’affari con Berlusconi, rendendo impossibile la distribuzione senza compromettere i rapporti economici. Solo nel 2013, con una percezione di calo dell’influenza politica di Berlusconi, il film è stato rilasciato in DVD, grazie alla CG Entertainment, nata dalla scissione della divisione home video della Cecchi Gori Group.

Un film personale e fuori dagli schemi

Massimo Ceccherini, noto come attore, sceneggiatore e regista, ha infuso in La brutta copia un tocco personale e originale. Pur non essendo un regista tecnico, Ceccherini ha sempre creato storie uniche, caratterizzate da un umorismo surreale e libero. Il film, il suo quinto come regista, si compone di tre episodi che raccontano storie di “copie” di qualcos’altro. Uno di questi episodi riflette in modo allegorico le difficoltà personali di Ceccherini, come i problemi con l’alcol durante il periodo di maggior successo. Un altro narra la triste vicenda di Aldo Pellegrini, imitatore di Adriano Celentano, interpretato da Pellegrini stesso, ossessionato dall’idea di incontrare il suo idolo. Il terzo episodio, il più controverso, prende di mira.

La satira su Berlusconi e la campagna del 2001

silvio berlusconi

Nell’episodio dedicato a Berlusconi, tre pazienti psichiatrici, interpretati da Ceccherini, Rocco Papaleo e Carlo Monni, fuggono dalla loro casa di cura durante la campagna elettorale del 2001, famosa per slogan come “Meno tasse per tutti”. Convinti che Berlusconi sia un alieno, i tre si dirigono verso Arcore, scoprendo che ripetere le frasi della campagna elettorale permette loro di ottenere denaro e favori, come se fossero comandi ipnotici. A Mediaset incontrano ragazze che orbitano intorno alla sede, anticipando di anni le indagini sulle feste di Arcore. Una volta penetrati nella villa di Berlusconi, scoprono che è effettivamente un’intelligenza aliena, che li ricompensa nominandoli direttori di Rete 4, Canale 5 e Italia 1. In una scena finale, Ceccherini si rivolge al pubblico, precisando che ogni riferimento a persone reali è casuale, mentre alle sue spalle appare un manifesto elettorale di Berlusconi.

Le difficoltà produttive e il blocco del film

La produzione di La brutta copia non è stata priva di ostacoli. Durante le riprese, le strade furono decorate con manifesti elettorali di Forza Italia, suscitando l’indignazione di passanti che credevano si trattasse di spot politici. Una volta completato il film, Vittorio Cecchi Gori informò Ceccherini che non poteva essere distribuito nella sua forma originale, suggerendo di rifare un episodio, magari con Valeria Marini, allora sua fidanzata. In un incontro privato, Cecchi Gori rivelò a Ceccherini che Berlusconi rappresentava la sua “unica ancora di salvezza” in un momento di crisi finanziaria. La Cecchi Gori Group, già in difficoltà, dipendeva da collaborazioni con Medusa Film, nata dopo lo scioglimento della Penta Film, una società condivisa con Berlusconi che aveva prodotto successi come Mediterraneo e Il postino.

L’eredità della Cecchi Gori Group e l’uscita tardiva

Nonostante il successo negli anni ’90 con film come Il ciclone di Leonardo Pieraccioni, la Cecchi Gori Group entrò in crisi nei primi anni Duemila, fallendo definitivamente nel 2007. Durante le riprese di La brutta copia, Ceccherini ricorda problemi economici costanti, con tecnici e truccatori che abbandonavano il set per mancanza di pagamenti. Vittorio Cecchi Gori, in un discorso sul set, promise di saldare i debiti, ma il film rimase bloccato. Tra il 2002 e il 2007, la società produsse altri film, come Scusa ma ti chiamo amore, ma La brutta copia uscì solo nel 2013 in DVD, quando il declino politico di Berlusconi rese il film meno rischioso. La sua recente disponibilità su Infinity rimane un mistero, forse legata a rotazioni di catalogo delle piattaforme streaming.