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pre partita
pre partita

Nella domenica pomeriggio dell’U-Power Stadium, nel pareggio tra Monza e Sassuolo, ci sono state alcune situazioni tattiche da analizzare. Quella che sulla carta poteva sembrare una partita facile non si è rivelata così. Il Sassuolo arrivava da sei sconfitte di fila, con la tifoseria in protesta e tante domande. La bravura della squadra di Dionisi è stata quella di aver preparato una partita attenta difensivamente, con tante ripartenze in velocità sugli esterni. 

Primo tempo

 Il Monza di Palladino si schiera con il suo classico 3-4-2-1, il tecnico biancorosso conferma dieci degli undici che hanno giocato a Cremona. L’unica differenza è Marlon a destra nei tre di difesa al posto di Pablo Mari, con Caldirola che prende il centro della linea difensiva. I biancorossi fanno la partita e ne gestiscono i ritmi per gran parte del tempo, mettendosi a giocare con continuità nella metà campo neroverde. Gli uomini di Palladino, nel corso del primo tempo arrivano più volte sul fondo ma i cross sono poco efficaci, complice anche la grande densità portata dal Sassuolo in area di rigore. I neroverdi arrivano ad occupare gli ultimi sedici metri con sei/sette uomini. Il goal di Ferrari, che arriva sugli sviluppi di un corner battuto sul primo palo, il movimento di Frattesi mette fuori tempo Petagna e Marlon. Il numero tredici neroverde anticipa Izzo e porta così in vantaggio il Sassuolo. Si tratta di una chiave importante della partita, dal vantaggio in poi il Sassuolo gioca ancor di più sulle ripartenze. I duelli sugli esterni diventano fondamentali per scardinare la partita, Izzo gestisce con un’ottima marcatura a uomo Berardi, limitando molto le sue azioni. Dal lato Monza la manovra prevede, come al solito, un buon possesso palla con tanti scivolamenti da un esterno all’altro. Manca il cambio di passo che permette di cogliere impreparata la difesa del Sassuolo. Le azioni pericolose dei biancorossi sono meno rispetto al possesso palla gestito nel primo tempo. Sul finale l’ennesimo cross impreciso apre una ripartenza di Laurienté che apre il gioco verso Berardi, sfruttando l’assenza di Izzo salito per appoggiare l’azione dei suoi. Lo stesso 45 neroverde arriva poi alla conclusione che si stampa sulla traversa. 

Secondo tempo 

Nella seconda frazione di gara il Monza riparte con tre sostituzioni: Pablo Mari per Marlon, Colpani per Birindelli e Dany Mota va a sostituire Petagna. L’intento di Palladino è quello di trovare la chiave per scardinare il fortino di Dionisi. La fascia destra cambia interpreti, Izzo viene fatto slittare da quella parte, mentre Ciurria si mette a fare l’esterno, con l’obiettivo di bloccare le ripartenze di Laurienté. La sostituzione di Petagna non è da leggere come una bocciatura per l’attaccante ma più come una necessità tattica. Il Sassuolo mettendo Ferrari a stretto contatto con il 37 biancorosso è riuscito a rallentare molto la manovra offensiva di Palladino. Così l’allenatore del Monza ha preferito inserire Dany Mota per dare maggiore imprevedibilità al suo attacco. Tuttavia la giocata per rimettere la partita in pareggio esce dal piede di Caprari. Un goal fondamentale perché con il passare dei minuti gli ospiti continuavano a guadagnare fiducia, mentre il Monza rischiava di far cadere la sua manovra nella frenesia tipica di chi si trova a rincorrere. Il cambio tattico più importante del match avviene al settantesimo quando Palladino inserisce Gytkjaer al posto di Caldirola. Il Monza passa alla difesa a quattro ed al posto che trovare maggiore equilibrio fatica ad uscire palla al piede, complice la stanchezza dei suoi uomini e la poca incisività di alcuni subentranti, come Colpani e Valoti. Due bei spunti di Ciurria offrono un bel cross per la testa di Gytkjaer ed una palla filtrante che mette il danese da solo contro il portiere. Anche dal lato ospite arrivano due ottime occasioni che Berardi non riesce a capitalizzare.

Stefano Masi