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Se sia un bel primato oppure no dipende dal punto di vista da cui si guarda la notizia. Un 30enne italiano, residente in un comune a sud di Monza, è la prima persona contro la quale viene applicata la legge n.168 del 24 novembre 2023, entrata in vigore il 9 dicembre scorso per provare a frenare la violenza sulle donne. 

I fatti

Ieri la Questura di Monza, guidata da pochi giorni da Salvatore Barilaro, ha imposto  all'uomo, come previsto dalla testo approvato da Camera e Senato, di non avvicinarsi al luogo di residenza, domicilio, lavoro, vacanza e in qualsiasi altro frequentato dalla donna che lo ha denunciato. La distanza minima consentita è di 500 metri. Inoltre, per lui è scattato il braccialetto elettronico di emergenza, che ne monitorerà gli spostamenti.   

Lo stalker sarebbe stato protagonista di "allarmanti episodi di atti persecutori avvenuti recentemente a danno di una giovane ragazza italiana con la quale ha avuto un flirt”. Questa non avrebbe voluto cominciare una relazione sentimentale e il trentenne avrebbe iniziato a perseguitarla.

La prima denuncia

La prima denuncia è arrivata ad aprile, in seguito a continui apparizioni sgradite sia presso l'abitazione che nei luoghi abitualmente frequentati dalla donna. Un ammonimento, questo il primo provvedimento sancito dal questore, salvo poi indirizzare l'uomo verso apposite strutture per colloqui psicologici. Lo stalker, però, non si è mai presentato. Non solo, avrebbe violato il provvedimento in diverse occasioni, fino all'arresto, a settembre, in flagranza di reato, presso la fermata dell'autobus che la donna prendeva per recarsi al lavoro. 

Condannato a un anno e sei mesi in primo grado, l'uomo ha continuato imperterrito nella sua opera di stalkeraggio, fino a quando, dopo l'ennesima violazione, è arrivata la misura presa ieri, 12 dicembre, con il trentenne che ha dato il suo consenso all'applicazione del braccialetto elettronico, primo esempio in Italia di applicazione della nuova legge che proverà a sconfiggere la violenza sulle donne. 

Insomma, da un lato è triste constatare che questo provvedimento sia a carico di un brianzolo, dall'altro, però, c'è soddisfazione perché la Questura di Monza lo ha subito fatto rispettare. Con la speranza che venga utilizzato sempre meno, nel nostro territorio come nel resto d'Italia. 

 

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