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Buone notizie per chi tiene vive le tradizioni popolari. Con l’approvazione del piano regionale sulla qualità dell’aria, la Regione Lombardia ha accolto gli emendamenti della Lega e approvato un ordine del giorno che esclude i falò storici e rituali dalle attuali limitazioni alle emissioni.
Una svolta attesa da mesi e che, come ha spiegato Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, “porta finalmente al pieno recepimento della Legge 152/2024, riconoscendo i falò tradizionali come parte integrante del patrimonio culturale lombardo e nazionale”.

La nuova normativa chiarisce che l’accensione di falò in occasione di rievocazioni storiche o ricorrenze popolari non rientra più nel campo di applicazione del Codice ambientale, lasciando alle Regioni la possibilità di definire regole e deroghe specifiche. Un passo decisivo verso il riconoscimento del valore identitario di manifestazioni come la Giubiana o il Falò di Sant’Antonio, appuntamenti che uniscono memoria, cultura e comunità.

Qualità dell’aria Lombardia e tradizioni popolari: equilibrio tra ambiente e identità

Il provvedimento, fortemente voluto dalla Lega, è stato definito da Corbetta “un atto di buonsenso che risponde agli appelli di amministratori locali e cittadini legati ai falò storici”.
L’obiettivo è quello di tutelare i riti popolari senza compromettere la lotta all’inquinamento, mantenendo al tempo stesso una politica ambientale coerente e sostenibile.

Sul fronte della qualità dell’aria, Regione Lombardia prosegue infatti nel percorso di riduzione delle emissioni inquinanti, con una strategia equilibrata che non penalizzi imprese, mobilità e cittadini. “Gli obiettivi restano ambiziosi ma realistici — ha concluso Corbetta — e si fondano su una visione di sviluppo che coniuga tradizione e innovazione, tutela ambientale e rispetto della nostra cultura.”