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"Lo 0-0 è il risultato perfetto". 
Parole di Annibale Frossi, il Dott. Sottile dal piè veloce che da allenatore del Monza nella stagione 1951/52 in Serie B pareggiò 1-1 contro il vecchio “Stabia” nell’unico precedente tra i due club.

74 anni dopo il risultato non cambia: pareggio con gol, ma punteggio differente. Al Romeo Menti finisce 2-2, estensione di quell’1-1 che, di fatto, non è sinonimo di perfezione, ma di un equilibrio - esattamente come sottolineava, in allineamento con Frossi, il sommo Gianni Brera – tra “due forze uguali e opposte che si annullano”.
Forze che sulla carta non si equivalgono, ma in campo si danno battaglia e si schermano a vicenda, con una grossa dose di rimpianti a tormentare il morale dei biancorossi. Che avevano la gara in pugno, ma non sono riusciti a chiudere la pratica, sciupando due enormi occasioni per andare sull’1-3 e il match ball di Azzi nel finale a pochi passi da Confente. 

La verità è sempre una, come ribadiva il Profeta del Gol Johan Cruijff: “per vincere, devi segnare un gol in più del tuo avversario”.

Passando al setaccio la partita, tra dinamiche di gioco e situazioni potenziali, il Monza torna in Brianza con il rammarico di aver perso per strada due punti e fallito la chance di tenere a distanza le inseguitrici, piazzando il primo vero strappo del campionato. 

Una partita tirata e combattuta, con i padroni di casa a far valere la legge del “Miedo escénico” – dal glossario di Jorge Valdano – e il fattore campo. La squadra di Abate imposta il gioco sull’agonismo, il piglio aggressivo e la verticalità contro un Monza centrato, ma incerto in un paio di circostanze. Dal “Regalo di Natale” (avatiano) anticipato, gentilmente offerto a Candellone dall’ex di turno Demba Thiam dopo lo 0-1 di Birindelli – puntuale a ribadire in rete il sinistro a giro di Ciurria stampatosi sul palo – all’episodio del rigore (inesistente) revocato col Var: i biancorossi concedono spazi e iniziativa, facendosi raggiungere due volte dalle Vespe. 

Niente “ottovolante”, ma un breve rallentamento con un punto che conferma il primato in classifica e manda la squadra di Bianco a quota 30. 

juve stabia monza 2-2
L'esultanza del Monza al gol di Birindelli - Foto MorAle

Vespe aggressive, brianzoli centrati

“Il calcio è uno sport di errori. Chiunque faccia meno errori vince”. Dal manuale del calcio secondo Johan Cruijff.

Chi sbaglia meno - non solo nel calcio, ma anche nel tennis e negli altri sport - è più propenso ad avvicinarsi al successo. 
Ma c'è una dinamica che, troppo spesso, viene snobbata, ma che in realtà incide sulla testa dei giocatori. Si tratta della gestione dell'errore, non solo a livello tecnico, ma mentale e morale, perché un abbaglio o una defezione, talvolta, può compromettere un'intera prestazione. 

Juve Stabia-Monza ha messo sotto i riflettori le prove dei due portieri: Thiam da una parte, autore di un'uscita avventata nell'azione del primo pareggio gialloblù; e Cofente, reo di aver ritardato di una frazione di secondo l'uscita sul gol di testa di Petagna.

In entrambi i casi, gli estremi difensori non sono crollati e, con verticalità psicologica, hanno proseguito senza ostacoli, restando in partita fino all'ultimo minuto. Così come le due squadre che, al netto di qualche svista o distrazione, hanno giocato a viso aperto, utilizzando strategie differenti.

Dopo la sconfitta contro la Sampdoria, Abate vara il 3-5-1-1 piazzato e di spinta, coi centrocampisti pronti a inserirsi e le due punte ad alternarsi: Confente in porta; Stabile, Giorgini e Bellich in difesa; Carissoni, Mosti, Correia, Pierobon, Piscopo sulla linea intermedia; Gabrielloni e Candellone in avanti.

Senza Caprari e Colpani (entrambi out per problemi muscolari), Bianco conferma il consueto 3-4-2-1, abito disegnato e cucito ad hoc sulla pelle del Monza: Thiam tra i pali; Izzo, Ravanelli e Carboni nel terzetto arretrato; Obiang e Pessina in mediana, con Birindelli e Azzi sulle corsie esterne; Ciurria e Mota alle spalle di Alvarez.

La Juve Stabia non si lascia intimorire dalla capolista, bada al sodo e guarda alla sostanza, cavalcando l’inerzia per definire tatticamente il piano gara. L’idea è attirare il pressing avversario e giocare in profondità, con lanci lunghi a scavalcare il centrocampo e mandare gli attaccanti – Candellone e Gabrielloni – nell’uno contro uno coi difensori avversari, in particolare su Ravanelli già ammonito. 

Il Monza accetta il contesto e il palleggio dei giallobù, ma rimane compatto e sul pezzo, reparti corti e connessi, con una buona fluidità nel compattarsi e distendersi a seconda del possesso palla. I biancorossi faticano a prendere in mano la manovra e, nella prima frazione, cercando le ripartenze in transizione per attaccare rapidamente la porta. 

Al gol del vantaggio di Birindelli, risponde subito Candellone. 
Poi nella ripresa il copione cambia: Bianco comanda alla squadra di pressare in maniera diversa - più alta e con Ciurria primo uomo in uscita - e gestire il pallone in modo differente, provando a sfruttare la lateralità per confluire al centro.

Negli ultimi 25 minuti arrivano altri due gol, entrambi nel segno del 37: il secondo vantaggio del Monza con Andrea Petagna, in gran spolvero e in rete dopo quasi due anni (proprio nel giorno del suo onomastico); e il pareggio definitivo di Fabio Maistro, autore della rete che cala il sipario sul match, confermando l’imbattibilità interna in campionato dei gialloblù.

Dopo 5' di recupero, Allegretta manda tutti sotto la doccia: Juve Stabia-Monza termina 2-2.

11 tiri di cui 5 nello specchio della porta, con il 37% di possesso palla e una pericolosità superiore agli avversari senza palla: i brianzoli tornano a Monzello con un risultato comunque positivo che aumenta la consapevolezza di essere una squadra difficile non solo difficile da affrontare per gli altri, ma anche da sconfiggere. E questa non è affatto una cosa da poco.

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L'esultanza di Andrea Petagna - Foto MorAle

Un punto, tanti spunti su cui migliorare

Terzo pareggio in campionato, terza X subita in rimonta da situazione di vantaggio (era accaduto anche a Bari e a Empoli), diverse occasioni sprecate per chiudere la partita e terzo punto guadagnato in trasferta: a conti fatti, per il Monza il 2-2 di Castellammare è un risultato che serve a tenere alto il livello di tensione e il collettivo sul pezzo. 
Un pareggio d’avanzamento che offre spunti e materiale su cui lavorare, per continuare a migliorare le prestazioni, la gestione delle gare, il killer instinct e la precisone negli ultimi 16 metri.

Il Monza non vince, ma dimostra di essere una squadra vera, che non specula e cerca sempre la via della porta, rispettando la filosofia del suo allenatore. Che avrà diversi spunti e argomenti da proporre al gruppo in settimana per tenere viva la concentrazione e rimarcare con vigore un concetto: il vantaggio non è soltanto un’idea di gioco, ma una forma mentis che abbraccia la voglia di non accontentarsi mai. Per non avere ripensamenti, perché il Monza ha il proprio destino nelle sue mani e - come ribadito Paolo Bianco nella conferenza pre match – a contare non sono i record, ma i traguardi raggiunti, che definiscono i palmares e spalancano le porte della storia.

Prossima tappa: U-Power Stadium, lunedì 8 dicembre, nel giorno dell’Immacolata, contro il Sudtirol. Un match tutt’altro che scontato e da non sbagliare. 

A cura di Andrea Rurali