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Dopo l’imbrattamento dell’Arengario di Monza, avvenuto nel mese di maggio, l’Amministrazione Comunale aveva presentato denuncia contro ignoti. Le successive indagini condotte dalla Polizia hanno iniziato a delineare una pista concreta, che potrebbe condurre ad ambienti legati al FOA Boccaccio, storico centro sociale della città.

Il Sindaco Pilotto, in una dichiarazione pubblica, ha espresso sconcerto: “Che FOA Boccaccio, invece di prendere le distanze da chi ha compiuto questo sfregio alla città, rovesci la propria rabbia contro chi tenta un dialogo civile è incomprensibile”. Parole dure, che sottolineano quanto l'episodio sia percepito non solo come atto vandalico, ma anche come attacco simbolico a un luogo identitario della comunità.

pilotto

Legalità cultura comunità: la posizione del Comune

Il primo cittadino ha voluto chiarire con forza la linea dell’Amministrazione: “Preservare la cultura della legalità non può essere visto come un gesto provocatorio. Non possiamo accettare che ogni richiesta di rispetto delle regole venga ridotta a un attacco politico o ideologico”.

Il Comune di Monza ribadisce di voler lavorare per il bene comune, con scelte che guardano a giovani, anziani, scuole, sport e associazioni. Pilotto ha inoltre sottolineato: “Se vogliamo confrontarci sul futuro della città, possiamo farlo. Ma dentro un contesto in cui le regole comuni valgano per tutti, a tutela di tutti”.

La decisione è presa: il Comune si costituirà parte civile nel processo che seguirà, per chiedere un risarcimento simbolico e concreto per il danno subito dalla cittadinanza.

Il comunicato del FOA Boccaccio

La mattina di mercoledì 3 luglio 2025 tre nostri compagni sono state perquisiti dalla polizia presso le loro abitazioni a Monza e in Brianza in relazione a un’indagine avviata dalla Procura di Monza su denuncia del Sindaco Pilotto.  I fatti contestati si riferiscono alla comparsa a Monza di alcune scritte contro la guerra, il riarmo e la presenza dei militari nelle città, per le quali si ipotizza il reato di imbrattamento e vilipendio delle forze armate. 

Le scritte erano comparse a maggio durante le giornate dell’ampia mobilitazione contro l’Italian Raid Commando, esercitazione sportivo-militare che ha visto confluire centinaia di militari europei in Brianza fino alla squallida parata conclusiva a Monza. Una moltitudine di voci si è sollevata per denunciare la presenza dei militari sul territorio, una presenza sempre più invasiva e finalizzata ad abituare la popolazione alla “normalità della guerra”, ai suoi linguaggi e ai suoi strumenti: presidi, attacchinaggi, flash mob, volantinaggi e azioni di sensibilizzazione si sono alternati durante quei giorni in maniera serrata tra Monza e la Brianza, restituendo l’idea di un territorio animato da un profondo sentimento antimilitarista.

In questo contesto, il silenzio assordante del Sindaco Pilotto, complice nel favorire l’occupazione delle strade della città e della Villa Reale per l’oscena parata militare, è stato rotto esclusivamente dalla “ferma condanna” per le scritte antimilitariste comparse sui muri cittadini, con particolare riferimento a quelle comparse sull’Arengario e su edifici del centro. Lo sfregio al “patrimonio di tutti i monzesi” ha indotto l’intrepido primo cittadino a sporgere denuncia contro ignoti, innescando l’indagine che ha portato alle perquisizioni di qualche giorno fa.

Mentre è ormai evidente come la propaganda bellica sia sempre più pervasiva, infestando città, scuole e dibattito pubblico, ciò che lascia basit3 di fronte agli sviluppi di questa vicenda è registrare come l’unico reale impegno espresso dalla Giunta monzese sia indirizzato a reprimere e silenziare il dissenso di chi lotta contro la guerra e soprattutto rifiuta di esserne complice, invitando a disertare il sistema bellico. “Chi sceglie queste forme di espressione non ha argomenti e rinuncia al confronto delle idee”: con questa litania, ripetuta come un disco rotto, Pilotto scava una trincea (per stare in tema) a difesa del proprio equilibrismo politico. La Monza di Pilotto riesce a essere città della pace e ripudiare la guerra, ma allo stesso tempo a stringere la mano a delegazioni militari provenienti da tutta Europa.

La Monza di Pilotto è green e a consumo di suolo negativo, ma allo stesso tempo è oggi record di cantieri in città. La Monza di Pilotto è attenta ai giovani e alle loro esigenze, ma per loro ci sono solo sbirri, sgomberi, telecamere e street tutor.

Lo scenario è chiaro: le istituzioni, completamente colluse con chi si arricchisce nell’economia bellica, silenziano e ignorano ogni tentativo di opposizione. Il riarmo prende forma e ci impoverisce, le guerre uccidono ovunque dentro e fuori l’Europa, mentre prosegue senza sosta il genocidio del popolo palestinese: di fronte a tutto questo una scritta su un muro o qualunque altra azione che  accenda i riflettori sul tema è il minimo che si possa fare. Mentre di guerra si muore, l’unico vero sfregio è indignarsi per un muro sporco. 

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