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Non mi capita spesso di essere sempre d’accordo con le valutazioni dei tecnici a fine gara. Dopo Monza-Bologna mi è stato facile concordare pienamente sui concetti espressi da Thiago Motta e Raffaele Palladino. Considerazioni sulle prestazioni delle proprie squadre a parte, i due allenatori si sono trovati uniti, seppure con toni fortemente diversi, nel recriminare nei confronti di una direzione di gara disastrosa. Arbitro, assistenti, addetti alla VAR: tutti inclusi.

Questa volta la mia analisi mette in secondo piano l’andamento del match, che si è concluso con un risultato che a mio parere è comunque giusto. Mi sarebbe piaciuto parlare di Alejandro Dario Gomez, meglio conosciuto come il Papu, ultimo colpo di mercato del Condor Galliani. Ma ci sarà tempo per parlare del giocatore argentino. Oggi mi voglio soffermare su qualcosa che, a mio giudizio, è diventato più di danno che di vantaggio per il gioco del calcio: la tecnologia VAR. Francamente, non se ne può più. Sia ben chiaro, non c’entra nulla il fatto che il Monza si sia visto annullare due reti nelle ultime due gare casalinghe. Il mio giudizio va oltre il tifo e ogni campanilismo. Non è possibile che ad ogni gol, il momento più elettrizzante ed esaltante di ogni partita sia per chi è in campo e sia per chi è sugli spalti o alla TV, si debbano aspettare diversi minuti per avere la conferma della validità della marcatura. Con il rischio, come accade spesso, di dover ricacciare in gola l’urlo di gioia che caratterizza ogni gol, in campo, sugli spalti o per chi è alla TV.

 Basta! Non ne posso più di vedere bellissime realizzazioni invalidate perché una rotula, un tallone, una mezza fronte, un’unghia di un attaccante sopravanza di qualche millimetro l’ultimo difensore. Questo non è più calcio, questo è un altro sport. Perché poi, a suffragio di quanto sostengo, VAR o non VAR gli errori macroscopici ci sono sempre. Proprio come accaduto in Monza-Bologna, con il gol ospite annullato per un inesistente fallo di Caldirola; oppure con la vistosa trattenuta ai danni di Vignato non sanzionata con un calcio di rigore. Ma cosa stavano facendo in sala VAR a Lissone quando si sono verificati questi due episodi? L’amico e collega Fiorenzo Dosso mi consentirà di utilizzare una sua definizione: VAR sta diventando l’acronimo di “Verso Abissi Ridicoli”.  

 Sia chiaro. Tutto ciò non è colpa esclusiva degli arbitri, nonostante il loro livello qualitativo di questi ultimi anni sia decisamente mediocre. Le colpe sono di chi ha stabilito certe regole, tra cui questo irrazionale uso della tecnologia. E non solo. Volete un esempio?  Che ratio c’è nel lasciare proseguire il gioco se in precedenza c’è un’irregolarità come un evidente offside? Perché lasciare proseguire un’azione con un vizio che vanificherebbe un’eventuale segnatura? La ratio di chi tira le fila del calcio sarebbe quella di vedere lo spettacolo andare avanti, ma in questo caso per vedere qualcosa che sarebbe poi invalidato. Follia pura! Anche perché queste azioni poi annullate sottraggono tempo effettivo di gioco, che è proprio il contrario di quello che si vuole. Mah…Mala tempora currunt! Paolo Corbetta