È scontro tra il leader politico e l'europarlamentare brianzola: il caso arriva al giudice
La Procura chiede l’archiviazione per Salvini, querelato da Ilaria Salis per diffamazione
Procura di Milano: su Salis e Salvini solo diritto di critica
Secondo quanto riportato da Il Giorno, la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per Matteo Salvini, accusato di diffamazione dall’europarlamentare brianzola Ilaria Salis, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra. La denuncia risale al luglio 2024: Salis, già maestra e a lungo detenuta in Ungheria, aveva lamentato un “grave danno alla mia reputazione” a causa di dichiarazioni del leader leghista. Nel mirino, in particolare, una nota del 31 gennaio 2024 nella quale il Carroccio associava Salis a un presunto assalto a un gazebo della Lega avvenuto nel 2017.
Salvini, all’epoca, commentò pubblicamente: “È assurdo che questa Salis in Italia faccia la maestra. Non può fare quel lavoro”. Dichiarazioni poi ribadite in un’intervista a Repubblica, in cui collegava l’europarlamentare a presunti comportamenti violenti. Salis ha smentito con forza: “Non è vero che ho assaltato un gazebo, né che ho sputato o picchiato militanti della Lega”.
Diffamazione o diritto di critica? La parola al giudice
Per il pubblico ministero Antonio Pansa, le parole di Salvini rientrano nel diritto di critica politica: pur negative, non avrebbero travalicato i limiti imposti dalla Cassazione in materia di diffamazione. La Procura evidenzia che Salvini avrebbe riportato fatti storici senza intento offensivo, e che la mancata notorietà della sentenza di assoluzione di Salis potrebbe giustificare alcune sue dichiarazioni.
Nel documento firmato a fine marzo, il pm sostiene che le espressioni del segretario leghista siano rimaste entro i limiti della continenza espressiva, e quindi non costituiscano reato. Ora sarà il giudice per le indagini preliminari a decidere se accogliere la richiesta di archiviazione o se disporre ulteriori approfondimenti, anche in base a eventuali opposizioni da parte dei legali di Salis, Eugenio Losco e Mauro Straini.
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