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Spalletti con il presidente dell'Empoli Corsi
Spalletti con il presidente dell'Empoli Corsi

La storia del calcio a Napoli è divisa in due dalla apparizione – sette anni tra il 1984 ed il 1991 – della entità sovrannaturale chiamata Maradona: c’è un A.D. inteso come ‘Avanti Diego’ ed un D.D. da leggersi ‘Dopo Diego’. Nei 58 anni intercorsi dalla fondazione alla venuta de ‘El Dies’ gli azzurri si sono aggiudicati solo nel 1962 il primo trofeo assoluto – la Coppa Italia – guidati dal tecnico argentino Bruno Pesaola, alias ‘El Petisso’. Nei 32 anni successivi alla dipartita de ‘El Pibe de oro’ il Ciuccio ha (ri)conquistato lo scudetto solo qualche giorno fa con Luciano Spalletti al timone. Pesaola e Spalletti, il primo e l’ultimo allenatore a vincere qualcosa sulla panca del Napoli senza Diego. Pesaola e Spalletti, così bravi e così diversi. Bruno un istrione nato, Luciano un fumantino (molto) parzialmente moderato dal tempo. Bruno un guascone dalla battuta sempre pronta, Luciano un puntiglioso puntualizzatore. Bruno che metteva allegria con quel suo particolare slang, Luciano che ha creato ansia pure nei festeggiamenti per lo scudetto. Bruno che alla domanda su come avrebbe gestito lui i celebri ritardi di Maradona rispose testualmente: “Si (il suo modo per dire Se …) Diego arriva alle due e venticinque della domenica (allora si giocava sempre alle 14.30, ndr) gli dò la maglia e lo mando en campo …”. Luciano che ha sintetizzato così la sua carriera: “Ero scarso, poi mi sono fatto un mazzo tanto … “. 

Bruno Pesaola – tecnico esordiente subentrato a Fioravante Baldi il 31 gennaio con gli azzurri ai margini della zona retrocessione – colse al ‘San Gregorio’ il 22 aprile 1962 (gol di Ronzon su ingenuità di Adorni, beccato dal pubblico) una vittoria fondamentale perché lanciò la clamorosa rimonta che consentì al Napoli, reduce dalla sconfitta interna con la capolista Genoa, di lanciare lo sprint finale per chiudere al secondo posto (in coabitazione col Modena), tornare immediatamente in Serie A e  - soprattutto - cominciare a credere nell’impresa di poter essere la prima (e sinora unica) compagine cadetta a vincere la Coppa Italia. Missione compiuta il 21 giugno 1962 all’Olimpico: Napoli-Spal 2-1. Curiosamente anche il Monza aveva in panca un tecnico argentino, Hugo Lamanna, che guidò i biancorossi per quattro buone stagioni cadette. Che quel Monza-Napoli fosse gara importante lo testimonia, come da tabellino in calce, la designazione di uno degli arbitri più noti dell'epoca: Jonni di Macerata.

Bruno Pesaola.

Luciano Spalletti – normativamente come ‘spalla tecnica’ di Piero Pelagotti ma ufficialmente allenatore con tutti i crismi dell’Empoli – incrocia il Monza del mio amico Boldini nella stagione di Serie C 1995-96. 6 sfide, 2 in campionato, 2 nella finale di Coppa Italia, 2 nella semifinale dei play-off (poi nello spareggio per la Serie B i toscani ebbero la meglio sul Como): 5 vittorie dell’Empoli ed 1 pareggio (al Brianteo nella gara di campionato). L’ho già spiegato e sarò sintetico: quell’Empoli era troppo più forte di quel Monza. Punto. E, per chi non vuole capire, sottolineo: quell’Empoli – con pochissimi ritocchi – l’anno successivo volò in Serie A. E, per quelli davvero duri di comprendonio, evidenzio: quell’Empoli – con pochissimi ritocchi – l’anno ancora seguente si salvò senza patemi in Serie A. Spalletti aveva qualche capello in più ma la ‘tigna’ era già la stessa che adesso conoscono tutti. Un aneddoto di cui sono stato testimone diretto per illuminare al proposito. 9 giugno 1996: è da poco finita la gara d’andata della semifinale play-off, un gol di Carmine Esposito ha sbancato il Brianteo e l’Empoli – forte anche della miglior posizione di classifica al termine della stagione regolare – potrebbe addirittura permettersi una sconfitta di misura nel retour–match al Castellani. Mentre i giocatori arrivano alla spicciolata, Luciano è appoggiato al pullman e sorseggia una bibita. Un dirigente toscano sale i gradini degli spogliatoi insieme a me poi lo abbraccia con trasporto e gli dice qualcosa che onestamente non capisco. Ma vedo benissimo il brusco scatto del mister che allontana nervosamente il tipo e – con un intercalare toscano molto colorito – gli intima a voce alta: “Non voglio sentì ‘ste ‘ose e ‘sti discorsi. Non c’è niente da festeggiare perché non abbiamo vinto un c…o. Io penso solo alla settimana di lavoro che c’aspetta e così voglio che facciano tutti, squadra e società.” poi si gira ed imbufalito sale sul pullman. Luciano Spalletti 1996, Luciano Spalletti 2023: provate a trovare le differenze. Anzi, no. Lasciate perdere perché è impossibile.

Domenica 22 aprile 1962. Monza, Stadio San Gregorio.

MONZA-NAPOLI 0-1 (0-1)

MARCATORE: Ronzon (N) al 28’ pt

MONZA: Rigamonti, Adorni, Bacis, Ramusani, Ghioni, Melonari, Brugola, Fantini, Traspedini, Bersellini, Facchin. All.: Lamanna

NAPOLI: Pontel, Molino, Gatti, Girardo, Schiavone, Greco, Simoni, Ronzon, Fanello, Fraschini, Tacchi. All.: Pesaola.

ARBITRO: Jonni di Macerata

Fiorenzo Dosso