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Armando Izzo assolto: nessun ruolo nella combine della partita

A riportare la notizia è Il Mattino, che spiega come la Corte d’Appello di Napoli abbia assolto Armando Izzo, all’epoca dei fatti difensore dell’Avellino e oggi al Monza, dalle accuse legate alla presunta combine del match Modena-Avellino della stagione 2013-2014. I giudici hanno chiarito che Izzo «è stato tratto con l’inganno» e che «non ha avuto alcun ruolo nell’accordo» per alterare il risultato della partita.

Il giocatore, secondo i giudici, venne coinvolto a sua insaputa in un incontro al ristorante La Casareccia, dove si sarebbe perfezionato un accordo tra alcuni malavitosi e altri tesserati. Ma come si legge nelle motivazioni, Izzo arrivò solo «in un momento successivo al raggiungimento dell’accordo». L'incontro nacque da un pretesto personale: Izzo stava cercando di acquistare un gioiello da regalare alla fidanzata, oggi sua moglie. In quel contesto si trovò inconsapevolmente di fronte a esponenti del clan Vinella Grassi.

Izzo e Monza, sollievo dopo nove anni: la versione dei giudici

Il punto chiave della sentenza di assoluzione è che Izzo si sarebbe dichiarato indisponibile per quella partita ancora prima della trasferta, a causa di un problema fisico. I giudici riportano che il calciatore disse al proprio massaggiatore: «Io quella partita non la gioco, ho un problema fisico, non entro in campo». Nessun coinvolgimento, dunque, e una posizione rimasta sempre distante dalle logiche della camorra.

Izzo, difeso dagli avvocati Alfredo Capuano, Stefano Montone e Salvatore Nugnes, ha dichiarato a Il Mattino: «Ho sempre ribadito la mia correttezza dentro e fuori il campo e ho sempre creduto nella giustizia, anche alla luce del lavoro svolto in questi anni dai miei avvocati». Nonostante la sua estraneità, Izzo era stato condannato in primo grado a cinque anni: oggi, quella pagina si chiude definitivamente.

Il processo ha invece confermato le condanne per Umberto Accurso e Salvatore Russo, ritenuti responsabili del tentativo di comprare il risultato con 30mila euro a calciatore. L’assoluzione di Izzo, però, sottolinea la sua estraneità ai fatti e restituisce piena dignità a un professionista che ha sempre rivendicato la propria innocenza.

Armando Izzo

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