Sciopero a Il Gigante: scaffali vuoti in alcuni supermercati, quasi un milione di euro distrutto. Ecco cos'è accaduto
Sciopero a Bascapè: blocco alla logistica de Il Gigante, merce distrutta e scaffali vuoti

Uno sciopero dei lavoratori della cooperativa addetta al trasporto e al rifornimento delle merci nel centro logistico di Bascapè, in provincia di Pavia, ha bloccato per giorni le forniture de Il Gigante.
Nei punti vendita di Usmate, Villasanta e Vimercate i banchi sono rimasti quasi vuoti, con centinaia di bancali di merce andati al macero e la necessità di ricorrere alla cassa integrazione per numerosi dipendenti.
La protesta, coordinata da una sigla sindacale di base, ha causato momenti di tensione anche nel supermercato.
Perdite e merce distrutta: danni per 800mila euro

Come denunciato da Rialto SpA, società proprietaria del marchio, in un solo weekend sono stati persi circa 800mila euro di merce.
Il fondatore e attuale consigliere d’amministrazione Giorgio Panizza ha spiegato:
«Siamo stati costretti, per la prima volta, a far scattare la cassa integrazione per mille dipendenti. Siamo sotto ricatto: lo Stato deve tutelarci».
Secondo Panizza, sono state buttate 2.000 torte fresche, 150 senza glutine, 250mila buste di insalata, 165mila chili di frutta e verdura, 45mila chili di pesce e 30mila di carne.
Sblocco dopo l’intervento della Prefettura
La situazione si è sbloccata solo dopo un incontro con il prefetto di Pavia e l’intervento delle forze dell’ordine, che ha permesso ai camion già carichi di raggiungere i punti vendita ormai privi anche dei beni di prima necessità.
Panizza ha ricordato che negli ultimi anni Rialto SpA ha centralizzato la distribuzione in un unico hub da 92mila metri quadri a Bascapè, decisione presa dopo l’opposizione del Comune di Villasanta al progetto originario di insediamento ad Arcore.
Contratto non rinnovato e nuove tensioni sindacali
All’origine della protesta, secondo l’azienda, la mancata conversione a tempo indeterminato di un contratto a termine scaduto a fine agosto, relativo a un dipendente di una ditta appaltatrice esterna.
«Una questione che dovrebbe essere trattata davanti a un giudice del lavoro, non bloccando i cancelli», ha detto Panizza.
Il blocco ha consentito l’uscita di un solo camion ogni 20 minuti, cioè 60 su 300, compromettendo l’intera rete di approvvigionamento.
«Ci sentiamo abbandonati», ha concluso.