Perchè il Monza è retrocesso: errori, scelte e assenza di programmazione

Calciomercato Monza e mancanza programmazione: un’estate senza visione

 

Dire che al Monza sia mancata la fortuna è una semplificazione. La verità è che alla base di questa retrocessione c’è stata una mancanza di programmazione evidente.

Già in estate, il calciomercato del Monza aveva lasciato perplessi: invece di rafforzare l’organico, la dirigenza ha operato scelte timide, puntando su giocatori che non hanno portato il salto di qualità necessario.

A gennaio la situazione è peggiorata: dopo le sconfitte con Parma e Cagliari, dichiarate “spartiacque” dal DS Bianchessi, la società ha deciso di cedere elementi chiave, dando l’impressione di alzare bandiera bianca.

Pochi rinforzi, nessuna reale strategia, e una squadra costretta a combattere con le briciole mentre le rivali si rafforzavano.

Il Monza è sembrato smarrito, senza identità tecnica e senza guida. La confusione nelle scelte di mercato si è riflessa in campo, dove l’assenza di continuità e di un progetto tattico chiaro ha fatto il resto. E quando si rincorrono i problemi invece di prevenirli, spesso si finisce così.

Tifosi Monza e comunicazione società: mesi di silenzi e disillusione

 

A peggiorare tutto è stato il vuoto comunicativo. I tifosi del Monza, veri protagonisti di questi anni di crescita, si sono ritrovati completamente esclusi dal racconto della stagione.

Nessun confronto, nessuna conferenza, nemmeno una dichiarazione per spiegare la crisi in atto. Il silenzio della società è stato assordante, soprattutto nei momenti più difficili, quando serviva una voce, una visione, un segnale.

Invece, il Monza è scivolato lentamente verso la Serie B, lasciando i suoi tifosi nell’incertezza e nella frustrazione.

Chi ama questi colori non pretende sempre vittorie, ma pretende rispetto e trasparenza. Invece ha trovato distacco, gestione opaca e una caduta annunciata.

Ora si parla di ripartenza, ma senza autocritica e cambi di rotta sarà difficile riconquistare la fiducia perduta. La Brianza calcistica merita un progetto serio, un’identità chiara e una comunicazione all’altezza.

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Alessandro Sangalli