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chiesa di san maurizio

Nel cuore di Monza, tra le vie percorse ogni giorno da turisti e cittadini, si cela una storia che continua ad affascinare da oltre quattro secoli. È una vicenda fatta di misteri, amori proibiti e potere, che unisce realtà e letteratura in un intreccio indelebile. Dietro il nome Monaca di Monza, reso immortale da Alessandro Manzoni, si nasconde Marianna de Leyva, figura complessa e tormentata, la cui esistenza è rimasta impressa nella memoria collettiva.

Oggi, tra i silenzi della chiesa di San Maurizio e le iniziative del Museo e Tesoro del Duomo di Monza, la città prova a restituire voce a una protagonista del Seicento lombardo che, nel 2025, avrebbe compiuto 450 anni

Ecco tutte le curiosità su questo personaggio che ha reso celebre la città.

Monaca di Monza e Marianna de Leyva: origini nobili e destino imposto

La vera Monaca di Monza nacque a Milano il 4 dicembre 1575, nel prestigioso Palazzo Marino, da una famiglia di nobili spagnoli e genovesi. La leggenda vuole che sulla casata gravasse una maledizione, legata alla demolizione di un intero quartiere per costruire la sontuosa dimora.

Per motivi economici, Marianna fu destinata alla vita monastica fin da bambina: a soli cinque anni il padre la affidò alle suore, impedendole di sposarsi e di ereditare. A tredici anni entrò nel monastero di Santa Margherita a Monza, dove pronunciò i voti tre anni dopo, assumendo il nome di suor Virginia Maria. Nonostante l’abito religioso, le fu concesso di esercitare poteri feudali, arrivando persino a vietare la pesca in un tratto del fiume Lambro.

Monaca di Monza

La Monaca di Monza e Gian Paolo Osio: passioni, delitti e punizioni

Dietro i muri del convento, però, si consumò una delle relazioni più scandalose del Seicento. Suor Virginia intrecciò un rapporto segreto con Gian Paolo Osio, un nobile vicino di casa: dal legame nacquero due gravidanze, una delle quali nel 1604 portò alla nascita della figlia Alma Francesca Margherita, riconosciuta pubblicamente da Osio.

Per coprire lo scandalo, la monaca e l’amante finirono coinvolti in omicidi e menzogne. Quando una conversa minacciò di rivelare la relazione, Osio la uccise brutalmente. Lo scandalo, esploso in tutta la diocesi di Milano, portò a un processo canonico promosso dall’arcivescovo Federico Borromeo. La punizione fu durissima: suor Virginia venne rinchiusa nel Ritiro di Santa Valeria, in una celletta dove rimase quasi quattordici anni, “murata viva” in segno di espiazione.

Dalla cronaca al mito: la Monaca di Monza nell’arte e nella letteratura

La vicenda ispirò Alessandro Manzoni, che la trasformò in Gertrude, la “monaca sventurata” de I Promessi Sposi. Da allora, la figura di Marianna de Leyva ha attraversato i secoli, diventando simbolo della condizione femminile e dell’oppressione religiosa. Nel corso dell’Ottocento, numerosi pittori – tra cui Giuseppe Molteni – le dedicarono ritratti oggi conservati nelle collezioni civiche milanesi.

A 450 anni dalla nascita, la chiesa di San Maurizio a Monza, antica sede del suo convento, riapre le porte al pubblico, in attesa di un restauro completo e di una valorizzazione permanente. Come ha ricordato la direttrice del Museo del Duomo, Rita Capurro, “non basta aprire la chiesa, occorre prendersene cura”.