Monza in crisi profonda, sconfitta pesante a Venezia

Monza sconfitto a Venezia: terza sconfitta consecutiva

Il Monza esce battuto anche dalla trasferta di Venezia, incassando la terza sconfitta consecutiva in un campionato ormai compromesso. A decidere la sfida è stato un gol di Fila nel primo tempo, sufficiente per abbattere una squadra apparsa spenta, senza idee e priva di carattere. Un’altra prestazione deludente che ha confermato i limiti strutturali e mentali di una rosa che sembra aver smarrito ogni stimolo.

La partita del Penzo è stata l’ennesima fotocopia: gioco sterile, poche occasioni, reazione timida e un finale segnato da apatia e silenzi. La Serie B ormai non è più solo una minaccia, ma una realtà tangibile. Manca soltanto l’aritmetica per decretare la retrocessione, ma il verdetto è già scritto nei volti dei tifosi, nei fischi del post-partita e nelle conferenze stampa di circostanza. Un film già visto, che nessuno avrebbe voluto rivedere così presto.

Crisi profonda e silenzi societari: il sogno biancorosso si spegne

A far male non è solo il risultato, ma l’assenza di orgoglio. Il Monza è una squadra svuotata, che sembra aver abbandonato ogni idea di lotta. “Ci salveremo”, si diceva a inizio girone di ritorno. Invece, da quel momento, solo declino. E mentre il campo emette sentenze dure, dalla società regna un silenzio assordante. Nessuna parola, nessuna spiegazione, nessun volto a prendersi responsabilità.

Cosa resta oggi del progetto nato con Silvio Berlusconi? Un sogno smontato pezzo dopo pezzo. L’unico patrimonio ancora integro sono i tifosi: quelli veri, presenti anche nella tempesta, capaci di cantare nonostante tutto. Onore a chi ha ancora il coraggio di metterci la faccia — Nesta, Izzo, Pessina, Caldirola — in un gruppo dove troppi sembrano essersi già arresi.

Il futuro? Fa paura. Servirà una rifondazione seria, un piano credibile e soprattutto una nuova identità. Perché il Monza, quello vero, è fatto di passione, sacrificio e appartenenza. E questa squadra, ora, ne ha urgente bisogno.

 

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Alessandro Sangalli