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La presidente di Fininvest e Mondadori torna a parlare dell’ex presidente degli Stati Uniti, già in passato oggetto delle sue preoccupazioni. Ora, a distanza di poco più di tre mesi dall’inizio del nuovo mandato, quelle paure sembrano confermate.

Sono bastati davvero pochi giorni, stiamo parlando dei primi 100 giorni, per far vacillare quelle che erano le certezze su cui era stato costruito l’ordine politico ed economico del dopoguerra e per infliggere obiettivamente un colpo durissimo alla credibilità dell’America e quindi dell’Occidente.

‘Ferita profonda’: le conseguenze economiche

Secondo l’imprenditrice, la politica aggressiva di Trump sui dazi ha messo in difficoltà i mercati e numerosi settori produttivi:

È stata aperta una ferita profonda per la loro credibilità che non sarà facile da far rimarginare. Bisogna sperare che Trump sia costretto, come sta accadendo, dai problemi, dai danni provocati dalle sue decisioni, a rivedere un po’ tutto e a fare marcia indietro e sta succedendo.

Unica eccezione: i dazi contro le big tech, che per Marina Berlusconi sono condivisibili.

Fiducia negli Stati Uniti, oltre Trump

Nonostante la severa analisi, la presidente di Mondadori ribadisce il valore e il ruolo globale degli Stati Uniti:

Non bisogna mai dimenticare che l’America è sempre l’America. L’America non è solo Trump: gli Stati Uniti sono molto di più, sono e devono restare il faro del mondo libero e democratico e nemmeno questo periodo così difficile, così complicato, per certi versi così buio, può e deve mettere in discussione il loro ruolo.

Apprezzamento per Meloni e l’approccio ai dazi