Il prete influencer fa infuriare l'Arcidiocesi: ecco cosa sta succedendo
Il sacerdote-influencer si difende: “Serve sostegno economico per l’evangelizzazione online”.

Fonti interne riferiscono che Don Ravagnani sia stato invitato a non ripetere questo tipo di sponsorizzazioni, giudicate “non opportune” e senza autorizzazioni ufficiali. Nessun provvedimento disciplinare, ma un dialogo chiarificatore con la diocesi: un confronto pacifico, pur con la richiesta di maggiore cautela in futuro.
La difesa di Don Rava sui social
Il sacerdote non si è tirato indietro e ha risposto a ogni commento, pubblicando poi una lunga storia su Instagram. Ha parlato di evangelizzazione online, di nuovi contesti pastorali e di strumenti necessari per parlare ai giovani lontani dalla Chiesa.

Ha citato Gesù, San Paolo e la regola benedettina “Ora et labora”, ricordando che anche i parroci da sempre cercano sponsor e sostegni economici per attività parrocchiali: “Se devo rifare il tetto chiedo fondi, se devo comprare attrezzature per i podcast o per i video, come faccio?”.
Con ironia, ha persino mostrato un cartellone pubblicitario su una chiesa milanese: “Forse l’integratore devo mettermelo addosso, non devo fare Reel… Scherzo ovviamente”.
Fan divisi tra like e bacchettate
La spaccatura tra i follower resta netta. Alcuni lo vedono come un prete moderno e coraggioso, capace di parlare ai ragazzi, altri come un sacerdote che rischia di snaturare il proprio ruolo. Lui, nel frattempo, chiude il post a modo suo: con un “Yeah” e il gesto rock delle corna col pollice, segno che la discussione, almeno per lui, è solo all’inizio.