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Foto Brioschi
Foto Brioschi

Tra il match Cremonese-Monza, in una fredda giornata invernale, e Monza-Cremonese, allo sbocciare della primavera, passano esattamente dieci giornate. Colpa, se così vogliamo chiamarla, del calendario asimmetrico, che non permette di prendere troppi punti di riferimento. 

Due facce 

Nelle dieci giornate intercorse tra l’andata ed il ritorno con la Cremonese, il Monza ha vissuto due vite. La prima è quella che si è vista lontano dall’U-Power Stadium, dove i brianzoli hanno fatto credere di poter ambire a traguardi maggiori. L’altra, la faccia oscura della luna, è quella che si vede in casa, con una sola vittoria in cinque partite. Questo nonostante gli avversari fossero meno proibitivi rispetto a quelli incontrati tra le mura nemiche. Come se il Monza fosse un cavaliere, il quale entra nella tana del drago con armature e armi cariche, per poi posarle e togliersi l’elmo quando rientra “a casa”, risultando così meno efficace e pericoloso. 

Una nota bulimia 

Nell’ultima partita, giocata a Verona con un’altra delle squadre inabissate nella zona retrocessione, era arrivato l’ennesimo pareggio. Le tre partite giocate con le ultime della classe portano allo stesso risultato, passando, tuttavia, da strade differenti. L’unico filo conduttore, tra queste sfide, è un Monza che passa in svantaggio, per poi riagguantare il risultato. La squadra di Palladino gioca un bel calcio, questo è fuori discussione, ma fatica a trovare la via della rete. Il miglior marcatore della squadra è Carlos Augusto, il cui ruolo principale non dovrebbe essere quello di mettere il pallone in rete. Questo dato mostra un lato positivo del gioco del Monza, che riesce a coinvolgere ampiamente tutto l’undici. Ne evidenzia, tuttavia, uno negativo: manca la rete degli attaccanti. 

Belli ma poco pungenti 

Con la Cremonese di Ballardini il Monza regala i soliti numeri alle statistiche: possesso palla che supera il 60% e ben 15 tiri totali, di cui 7 nello specchio difeso da Carnesecchi. Palladino cambia poco rispetto alla partita precedente: fuori Birindelli per Machin, con il guineano che si affianca a Sensi. Pessina e Caprari dietro all’unica punta Petagna. Ciurria si sposta sulla fascia destra. Il Monza nella prima metà di partita mostra il solito copione di quando incontra un avversario permissivo, tanto possesso palla. Il gioco viene sviluppato maggiormente dai ragazzi di Palladino che arrivano tante volte davanti alla porta, senza trovare la via del goal. Imprecisione tanta, e sfortuna poca, per la verità. La giocata più bella del primo tempo è quella che mette Petagna nelle condizioni di tirare dal vertice sinistro dell’area piccola. Il tutto parte a centrocampo con Caldirola che trova Caprari, sceso per far partire la manovra. Il 17 tocca per Machin, che ricambia il tocco di prima e libera lo stesso Caprari, il quale serve Petagna. L’attaccante, di sponda, restituisce il pallone a Machin che manda Carlos Augusto, il quale, nel frattempo, si era inserito alle spalle della difesa grigiorossa. Il brasiliano serve Petagna che di prima trova la schiena di Vazquez a dirgli di no. Una giocata che, nel nostro campionato, molte squadre con una classifica più nobile, non riuscirebbero a mettere in pratica. 

Eccessi di fiducia

Palladino ed i suoi cercano, quasi sempre, la difesa “attiva” ovvero quella con il pallone tra i piedi. E’ vero che il miglior modo per difendersi è tenere il possesso di palla. Ma, come si sà, ogni regola ha la sua eccezione. Questa arriva al minuto 61 quando in un palleggio difensivo leggero il Monza perde palla e viene infilato da Ciofani. La classifica, che non preoccupa eccessivamente il Monza, permette ai giocatori di Palladino di osare maggiormente, non che questo giustifichi l’errore. D'altro canto, il Monza sembra giocare senza il peso della posizione addosso e questo regala belle giocate ma anche qualche errore. L’eccesso di fiducia viene riequilibrato con l’azione del pareggio che vede il più classico degli assist da quinto a quinto. Ciurria riparte in velocità e mette un pallone in area, Carlos Augusto ci si fionda e in diagonale trova il pareggio. La partita non vive di brividi ulteriori, complici anche i cambi che non rivoluzionano il gioco. Il Monza trova qualche spunto in più con l’ingresso di Dany Mota, ma perde in qualità con le sostituzioni di Sensi e Machin per Ranocchia e Colpani. 

Stefano Masi