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Tra i mille racconti pieni di poesia che il Sada tramanda con nostalgia ed orgoglio c’è n’è uno di cui il cronista, solitamente ben supportato dal cassetto della personale memoria biancorossa, conserva clamoroso ricordo complessivo ma autodenuncia scarsa documentazione mnemonica sui singoli episodi. Non so perché, me ne rammarico e mi scuso. Capita.

Provo a giustificare me stesso: in quel pomeriggio prenatalizio il Monza demolì il Parma in lungo ed in largo, in modo così netto, inequivocabile, prepotente, debordante che – a distanza di oltre quarant’anni – resta indelebile la sensazione di un dominio assoluto e totale. Ben al di là dei singoli momenti di una partita che – intesa come equilibrata sfida calcistica fra due squadre – in realtà non c’è mai stata. La settimana precedente i ragazzi di Fontana avevano invece faticato parecchio per superare, nel primo dei due turni casalinghi, la modesta Rhodense che resse fino al 70’ prima di arrendersi a Pradella. Il Parma – che non osa nemmeno immaginare la splendida epopea a cui andrà incontro tra qualche anno – è guidato da una strana coppia rossonerazzura: Giancarlo Danova, indimenticabile ‘Pantera’ milanista, ha come vice Aristide Guarneri, colonna difensiva della Grande Inter del mago Herrera. I biancorossi sono nel ristretto novero (Atalanta, Vicenza, Modena e Padova) che può ambire alla promozione, i ducali vivacchiano a centro classifica. Jimmy sa che deve vincere per alimentare i sogni e ordina assalto immediato: Beppe ‘Mohammed’ Galluzzo – che con 19 reti sarà capocannoniere della intera Serie C – dal dischetto non tradisce (la mia memoria invece si: non ricordo – mannaggia – chi si procurò il penalty) e dopo una decina di minuti la strada è già in discesa. Gli ospiti vorrebbero provare ad imbastire una minima reazione ma il Monza è ‘troppo’ in tutto. Quel Parma non era una compagine di ‘scappati di casa’ come il tennistico punteggio indurrebbe a legittimamente pensare: il portiere Orsi diventerà bandiera della Lazio, il centrocampista Pari sarà tra i protagonisti dello storico scudetto della Sampdoria nel 1991, l’attaccante Cesati è eterna promessa proveniente del vivaio dell’Inter … Quel Monza – però – era una autentica macchina da gol. Che una ventina di giorni prima aveva sbancato il Menti di Vicenza con un 4-2 (Peroncini, doppietta di Galluzzo e poker di Bolis) di esaltante bellezza tecnica ed estetica.

Figurina Pradella-Angelo Colombo

Quel Monza – però – era una implacabile catena di montaggio offensiva. Che nel corso della stagione produsse altre goleade rimaste leggendarie: come non ricordare il carnevalesco 4-0 casalingo al Padova ed il primaverile 4-1 di Mantova ? Tornando a quel pomeriggio: il vantaggio inziale non cambiò di una virgola l’atteggiamento dei ragazzi di Fontana che continuarono a giocare come se dovessero sbloccare la partita: gli inesauribili polmoni di Colombo e Ronco, le lucide geometrie di Saini, il funambolico estro di Bolis. Spettacolo. Poco dopo la mezzora il raddoppio di Pradella mise in cassaforte la vittoria. Il primo quarto d’ora della ripresa furono fuochi d’artificio, luminarie di Natale, giochi pirotecnici di San Silvestro, 5-0: Pradellone, Bolis ed il talentino mai completamente espresso di Biasin: 11 minuti di intensità pazzesca, acceleratore a tavoletta, adrenalina purissima. Ed il mio unico, lucido flashback di quel giorno: Loris da Sacile ha appena segnato il 3-0 ed è sommerso dal collettivo abbraccio biancorosso, il suo marcatore – piegato con le mani sui fianchi – si rivolge ad un compagno: “c…o, diglielo a quello là che io questo non riesco a tenerlo!” Per la cronaca: il suo marcatore non è un pivellino qualunque ma un signor stopper – Sauro Catellani – con un centinaio di presenze in Serie A nelle fila di Inter, Verona, Napoli e Udinese. Sempre per la cronaca: il Parma accorcerà su rigore ma a servire per il set sarà Walter Biffi, subentrato al Saio a metà ripresa. Sipario. Su una delle più belle esibizioni del Monza che – con il miglior attacco dell’intera Serie C (52 gol) – tornò immediatamente tra i cadetti rimediando subito alla brutta retrocessione dell’anno prima.

Di quel Monza-Parma non ho – ed ancora me ne scuso – molti episodi da ricordare e raccontare con dovizia di cronaca e minuzia di dettagli ma quel Monza-Parma è senza dubbio uno dei manifesti programmatici meglio riusciti di un calcio biancorosso che fece divertire, stropicciare gli occhi, battere il cuore. E vincere.


Domenica 20 dicembre 1981, Stadio Sada
MONZA-PARMA 6-1 (2-0)
MARCATORI: Galluzzo (M) su rigore 11’ pt; Pradella (M) 33’ pt; Pradella (M) 3’ st ; Bolis (M) 11’ st; Biasin (M) 14’ st; Cannata (P) su rigore 33’ st; Biffi (M) 39’ st.
MONZA: Meani, Motta (5’ st Albi), Castioni, Colombo, Fasoli, Ronco, Biasin, Saini (22’ st Biffi), Pradella, Bolis, Galluzzo. All.: Fontana
PARMA: Orsi, Matteoni, Montanini, Larini, Catellani, Cecchini, Pari, Cannata (36’ st D’Agostino), Cesati, Aselli, Toscani (1’ st Allievi). All.: Danova
ARBITRO: Greco di Lecce

Fiorenzo Dosso

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