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E’ un punto d’oro quello che il Monza ha conquistato ieri sera nella gara col Torino. Non solo perché la squadra granata è quella che, a mio giudizio, ha proposto il miglior calcio tra quelle finora viste ospiti all’U-Power Stadium; ma anche perché pratica un gioco ostico, che crea difficoltà nel mettere l’avversario di turno nelle condizioni di non poter proporre il suo calcio abituale.

 Voglio essere paradossale e dire anche che il punto è d’oro perché un eventuale successo sulla squadra di Juric avrebbe portato i ragazzi di Palladino troppo in alto in classifica, dove è facile essere assaliti da quelle vertigini che fanno girare la testa e che creano illusioni e aspettative oltremisura. Credo che restare con i piedi ben saldi a terra sia doveroso e, finora, sia stato anche molto premiante in termini di approccio mentale alle varie gare.

Palladino temeva molto il match contro la formazione del suo amico Juric. Al punto di voler occultare le indisponibilità di Pablo Mari e Vignato nel chiedere alla società di non comunicare come consuetudine della vigilia la lista dei convocati. Ed al punto di schierare a sorpresa Bondo in marcatura fissa a uomo su Vlasic, costringendo Pessina a giocare trequartista in un ruolo che lo limita e gli impedisce di essere così determinante come quando è posizionato in mezzo al campo.

Il Monza che ha cambiato passo subito dopo il gol di Ilic è figlio sia dello scossone psicologico determinato dallo svantaggio dopo una prima metà abbondante di gara di sostanziale attesa, sia della decisione accorta di aver riaggiustato la posizione in campo del proprio capitano. Il mister biancorosso ha dimostrato di essere sempre molto attento ai dettagli tattici, forse la stima dichiarata che ha nei confronti dei suoi due grandi maestri (Juric e soprattutto Gasparini) lo condizionano mentalmente più di quanto accada con altri colleghi avversari. E’ agli occhi di tutti che la prestazione stagionale meno brillante del Monza in campionato sia stata proprio quella di Bergamo, davanti all’Atalanta del Gasp.

Un’ultima considerazione. Anche un arbitro abitualmente tra i migliori quale è Doveri è incappato in una serata decisamente storta, in cui obiettivamente il Torino è stato più danneggiato dei brianzoli. Non voglio ritornare sulla considerazione che la classe arbitrale attuale è in generale piuttosto scadente. Mi voglio soffermare sul fatto che molti dei direttori di gara che hanno arbitrato il Monza in questo inizio di campionato hanno fatto nei confronti dei biancorossi anche peggio di quanto Doveri ha fatto verso i granata. Ma il voto più basso attribuito da La Gazzetta dello Sport in queste prime dodici giornate a coloro che hanno arbitrato la squadra di Palladino è stato dato proprio all’arbitro di Monza-Torino. Un caso? Forse…”A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” diceva Giulio Andreotti. Paolo Corbetta