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Max Rigano, opinionista di ‘Monza una città da serie A’ e giornalista di Radio Lombardia, ha commentato sulla sua pagina Facebook il ko del Monza a San Siro contro il Milan. 

Il Milan batte il Monza 3-0 ma il risultato poteva essere anche più largo. I biancorossi giocano un primo tempo molto brutto, con smagliature che hanno ricordato esattamente quelle della stessa partita dello scorso anno. Allora fu Ibrahim Diaz a prendere palla a metà campo e a segnare il gol per vie centrali esattamente come Reijnders oggi: solo che lui è partito dalla metà della nostra metà campo. Al di là del brutto risultato, se stiamo ai numeri il Monza ha avuto più possesso palla 54%, più cross 19 a 8, ed un numero di tiri inferiore di sole 2 unità: 10 contro i 12 del Milan.

In campo però si è avuta nitida la sensazione che il Milan stesse per dilagare. E che potesse colpire come e quando voleva. Al Monza è mancata completamente la cattiveria. Quella che un giorno Van Nistelrooy, centravanti del Manchester United, descrisse quando incontrò il Milan con la difesa composta da Nesta, Stam e Gattuso a ridosso: "You will die", "I'll kill you", gli urlavano in campo: giocare con quella difesa disse Van Nistelrooy, "significava rischiare la vita."

Si entra in campo per fracassare di botte gli avversari, per fargli sentire che devono farsela sotto ad avvicinarsi all' area di rigore avversaria. Al Monza oggi, ma non solo oggi, è mancata la cazzimma, la garra, quella furia omicida per cui quando si entra in campo l'avversario deve avere paura di te, deve temere di potersi rompere i denti, com'è accaduto a Thorstvedt del Sassuolo che è andato a sbattere contro il gomito di Sulemana difensore del Cagliari, che gli ha rotto tre denti. Il Cagliari sotto di un gol, quella partita l'ha recuperata. E l'ha vinta. Noi abbiamo bisogno di quattro Izzo in difesa: se recuperiamo almeno l'originale, in questo momento, contro Fiorentina e Frosinone per il Monza sarà un gran bene. Serve qualcuno che, come Montero contro Di Biagio, ogni tanto massaggi il viso dell'avversario

Così come ogni tanto un Tardelli che a 18 secondi dall'inizio della partita zompi sulle gambe di Rivera per fargli capire che tipo di pomeriggio trascorrerà, potrebbe essere una soluzione ulteriore. Sappiamo giocare un bel calcio, ma in questo periodo siamo un po' troppo puliti. Gli All Blacks nel rugby con la loro Haka la soggezione la creano già prima dell'incontro. Poi possono imbattersi negli irlandesi che si schierano in campo a forma di 8 per dire che non mancano gli attributi alla squadra o nel famoso placcaggio del giocatore francese Chabal che stese il n.8 dei neozelandesi e non riuscì più a rialzarsi.

Naturalmente si "picchia" e si è feroci nei 100 minuti della partita. Poi per me vale la regola del terzo tempo. T'ho menato per tutta la partita, poi però a fine incontro ti offro una birra e ci raccontiamo come va con la famiglia. Perchè ti rispetto. E proprio perchè ti rispetto in campo o tu uccidi me, o io uccido te. Sportivamente parlando, naturalmente.

Le guerre, quelle vere, sono già tante e sono terribili. Una partita di calcio tuttavia deve avere almeno i connotati, di una battaglia. Leale e sportiva. Ma pur sempre una battaglia.

Capitolo punte: è il nostro tallone d'Achille. Abbiamo la quinta migliore difesa in serie A. Eravamo la quarta fino a questa mattina. Ma l'attacco è ormai giunto tra il tredicesimo e il quattordicesimo della Serie A. Palladino ha detto in conferenza: "Dobbiamo lavorare di più. Io per primo" Lo prendo in parola. La cazzimma serve anche in attacco insieme alla rabbia, alla ferocia, alla voglia di segnare un gol, come se fosse l'unica cosa che conta nella vita, almeno per novanta minuti.

Proviamo con il tiro da fuori, proviamo con qualche zuccata del giovane Colombo; ma possiamo provare anche palla a terra con Vignato e Colpani che hanno piedi buoni. Per vie centrali, dopo che Kyriakopoulos e Ciurria sulla fasce e Colombo al centro imparino le maniere forti (soprattutto Colombo) quando si arriva ai limiti dell'area di rigore. Velocità, certo, ma anche astuzia: menare in modo soft non è un reato, si possono prendere lezioni da Boninsegna.

Non sono preoccupato del risultato di oggi, ma delle parole di Raffaele Palladino a fine partita. Per la prima volta ha detto che "dobbiamo fare risultato con le squadre alla nostra portata". No, Mister, non va bene. Fino a ieri ha detto che le partite andiamo a giocarcele a viso aperto contro chiunque. L'anno scorso l'abbiamo fatto: contro Inter Juve Napoli e Fiorentina. Le abbiamo battute.

Parole come queste indicano invece un'inconscia resa e, se vogliamo, una contraddizione rispetto alle attese di Silvio Berlusconi e della sua filosofia. Scudetto e Champions League: a quello dobbiamo puntare. È troppo? È utopistico? L'Atalanta di Gasperini è arrivata alla Semifinale di Champions League nel 2020 e al 90' vinceva 1-0 contro il Paris Saint Germain di Messi.

Le vittorie cominciano innanzitutto lavorando sulla testa dei giocatori che hanno dimostrato di avere temperamento. Quest'anno dopo aver smontato centrocampo e attacco (Petagna, Sensi e Rovella) a tre giornate dalla fine della prima tornata abbiamo 21 punti, siamo decimi e abbiamo una delle cinque migliori difese. Per cui: su la testa mister. E contro la Fiorentina tiriamo fuori gli artigli, la cattiveria, la rabbia e la furia omicida. Quest'anno niente Babbo Natale e feste varie. Si torna in miniera a preparare la partita. Con gli occhi di tigre.

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