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Il percorso che riguarda una storica testata locale continua a essere seguito con grande attenzione da lettori, addetti ai lavori e realtà del territorio.
Le ultime settimane sono state segnate da passaggi giudiziari delicati, che hanno riacceso il dibattito sul futuro dell’editoria brianzola.
Nel frattempo, tra interventi pubblici, reazioni e prese di posizione, il tema è rimasto centrale nel confronto cittadino.
Ora arriva un nuovo sviluppo nella vicenda che coinvolge il noto editore della testata.

Il Cittadino

Il caso Davide Erba e il suo ruolo di editore de Il Cittadino

Il Tribunale di Monza ha concesso a Davide Erba una proroga di altri due mesi, fino a metà gennaio, per presentare un piano di rientro dai debiti ed evitare il fallimento chiesto dalla Procura. L’imprenditore – 44 anni, originario di Biassono e residente a Dubai – è indagato per bancarotta fraudolenta anche nel suo ruolo di editore dello storico bisettimanale Il Cittadino.
La decisione arriva dopo la richiesta presentata dal suo avvocato, Gianluca Minniti, che ha domandato un termine a favore delle società coinvolte: oltre al giornale, anche Midarex (elettronica) e Midatronics (informatica).

La Procura si era opposta alla concessione del rinvio, sostenendo che dagli accertamenti sarebbero emersi elementi relativi a “un possibile depauperamento del patrimonio dell’Editoriale Il Cittadino srl” attraverso “condotte distrattive dai conti correnti societari”, giustificate come “prestiti infruttiferi” ma ritenuti “verosimilmente a personale vantaggio” di Erba.

Le ipotesi di distrattività e il quadro finanziario delle società

Come riportano i colleghi de Il Giorno, secondo gli investigatori, Erba verserebbe “in uno stato di sofferenza finanziaria” caratterizzato da debiti nei confronti dell’Erario e degli istituti di previdenza sociale, per i quali sarebbe in corso una rateizzazione.
Ulteriori condotte distrattive “per meri fini personali”, secondo la ricostruzione riportata, sarebbero state attuate anche ai danni della Midarex, tramite l’acquisto di opere d’arte, orologi di lusso e immobili all’estero.

Le Fiamme gialle segnalano inoltre che l’imprenditore “parrebbe avere avviato un processo di alienazione globale dell’intero patrimonio societario”, includendo la vendita della villa di Giussano, sede di una delle sue imprese. Sotto osservazione anche ingenti compravendite di criptovalute “non indicate nelle dichiarazioni fiscali” e bonifici per oltre 2 milioni di euro.