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arbitro

Classe 2004, il lecchese Bonfanti si è trasferito in Germania, nella capitale tedesca, per frequentare un anno accademico alla Freie Universität, ma ha subito deciso di portare con sé anche la sua passione per l’arbitraggio. A settembre 2024 ha chiesto un congedo stagionale alla Sezione di Lecco, consapevole che i dieci mesi all’estero non gli avrebbero permesso di scendere in campo in Italia.

Grazie al tesseramento con una società locale e al completamento delle procedure necessarie con la DFB, ha debuttato il 9 novembre 2024 nella gara SFC Stern 1900-FC Tecnico, valida per la B-Junioren Bezirkliga, equivalente del campionato provinciale U16-U17 italiano.

Tutto digitale, persino il referto

Una delle prime differenze riscontrate da Bonfanti riguarda l’organizzazione del pre e post-partita: in Germania è tutto digitalizzato. Il referto si compila tramite app, senza alcun uso della carta, e l’arbitro deve semplicemente verificare i dati e le condizioni del campo. Curiosamente, il compenso per la gara viene consegnato in contanti dal dirigente della squadra di casa, prima del fischio d’inizio.

Regole diverse, stessa passione

Il regolamento tedesco prevede alcune particolarità nei campionati giovanili, come le sostituzioni volanti e l’espulsione temporanea in caso di doppia ammonizione. È previsto anche lo “Stoppkonzept”: in situazioni di forte tensione, l’arbitro può sospendere il gioco per qualche minuto incrociando le braccia sopra la testa.

Un clima più disteso in campo e sugli spalti

Secondo Bonfanti, l’aspetto più sorprendente è il rispetto verso la figura dell’arbitro. In Germania, molti allenatori hanno esperienze da direttori di gara e contribuiscono a calmare gli animi. Anche i genitori sugli spalti mantengono un atteggiamento più civile rispetto a quanto accade in molte realtà italiane.

Un’ulteriore differenza riguarda la gestione degli assistenti: nei campionati giovanili, spesso non ci sono guardalinee ufficiali e il compito è affidato a volontari delle squadre.

Le parole di Bonfanti: ‘Un’esperienza formativa’

L’adattamento non è stato semplice, nonostante una buona padronanza della lingua tedesca. Tuttavia, Gabriele non ha dubbi sul valore dell’esperienza:

In Germania la digitalizzazione è più avanzata e l’atteggiamento nei confronti degli arbitri è differente, creando un ambiente più sereno e professionale. Le regole differiscono in alcuni aspetti, come i cambi volanti e l’espulsione temporanea, richiedendo un rapido adattamento. È stata un’esperienza formativa, che ha arricchito sia le mie competenze tecniche sia la mia crescita personale.

Fischietto in valigia fino a luglio

Gabriele continuerà ad arbitrare in Germania fino a luglio 2025. Il suo percorso è la dimostrazione concreta di come l’arbitraggio possa essere molto più che una passione: un ponte tra mondi sportivi diversi, capace di far crescere dentro e fuori dal campo.

Gabriele Bonfanti
Foto AIA

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