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La scoperta dei Carabinieri

Un giro di affari milionario basato sullo sfruttamento dei lavoratori cinesi. È quanto scoperto dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro del comando di Milano, che hanno denunciato per caporalato dieci titolari di aziende di origine cinese. Le sanzioni amministrative inflitte ammontano a 150mila euro, mentre le ammende penali superano i 152mila euro. 

Diverse le aziende sospese

Alviero Martini

Sei aziende sono state sospese dall'attività. Tra le società coinvolte c'è anche Alviero Martini, nota per la produzione di borse, cinture e scarpe. Il tribunale di Milano ha disposto il decreto di amministrazione giudiziaria per l'impresa, ritenuta responsabile di aver favorito, per omesso controllo, le appaltatrici che impiegavano manodopera irregolare. L'azienda, però, non è indagata.

Un'inchiesta che parte da lontano 

L'inchiesta, partita nel 2015, ha svelato una prassi illecita così consolidata da essere considerata una politica d'impresa. "Le condotte investigate non sono frutto di iniziative estemporanee e isolate di singoli, ma di un'illecita politica d'impresa" - ha dichiarato il pm. 

Le indagini

Secondo le indagini, Alviero Martini non avrebbe mai effettuato ispezioni sulla filiera produttiva per verificare le condizioni dei lavoratori forniti dalle appaltatrici. Queste, a loro volta, non avendo le capacità produttive sufficienti, avrebbero subappaltato il lavoro a opifici cinesi tra Milano, la Brianza e Pavia, dove i dipendenti venivano sottopagati, costretti a orari illegali e a lavorare in ambienti malsani.

Gravi violazioni in materia di sicurezza sul lavoro 

I carabinieri hanno passato al setaccio otto opifici cinesi, tutti in condizioni irregolari. Qui hanno identificato 197 lavoratori, di cui 37 in nero e clandestini. Inoltre, hanno constatato gravi violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, senza sorveglianza sanitaria, formazione o informazione.

Negli opifici anche dormitori abusivi

Negli opifici sono stati anche rinvenuti dormitori abusivi e in condizioni igienico-sanitarie pessime. Tra le altre cose, lo scorso maggio in una delle aziende di manodopera cinesi, a Trezzano sul Naviglio, un lavoratore in nero è morto schiacciato da un macchinario. Per occultare il fatto che il dipendente non fosse in regola, l'azienda aveva inviato, subito dopo l'infortunio, il modello telematico di assunzione al centro per l'impiego, a Inps e Inail.